Il telefono, la tua raccomandazione. Così la zarina del Pd “trattava” un 30 all’università per un amico…

24 Set 2013 13:12 - di Redazione

Un’altra tegola per la zarina del Pd, Maria Rita Lorenzetti, ex governatrice dell’Umbria di provata fede dalemiana, finita agli arresti domiciliari per associazione a delinquere e corruzione nell’inchiesta sui lavori del passante Tav di Firenze. Questa volta l’Alta velocità non c’entra, si tratta di “una corsia preferenziale” raccomandata dalla Lorenzetti a favore di uno studente universitario di odontoiatria alle prese con l’esame di patologia generale. Il ragazzo ha urgenza di aprire uno studio a Terni, «ma teme che uno studente più danaroso di lui arrivi prima sul mercato». È il padre del giovane a rivolgersi all’ex governatrice dell’Umbria che si attiva immediatamente. La più classica delle raccomandazioni figlia dell’Italietta peggiore corre sul filo del telefono ed è documentata dalle intercettazioni dei carabinieri del Ros di Firenze pubblicate da Repubblica. È il 3 settembre 2012 quando la Lorenzetti chiama l’amica fidata Gaia Grossi, ordinaria di Chimica generale all’università di Perugia e suo ex assessore alle Politiche sociali alla Regione Umbria. «Senti pisché, ti devo chiedere una cortesia. Tu una tale Romani di patologia generale la conosci?». «Luigina Romani? L’assistente del rettore? Come no, certo, perché, che c’è?. Lo studente – spiega l’ex governatrice – «deve superare l’esame entro un mese». La professoressa Grossi non appare sorpresa: «Ho capito, ha bisogno di non essere fermato ingiustamente, diciamo così, per qualche finezza accademica» si legge nelle intercettazioni. «Ecco ecco, brava, hai capito perfettamente, Gaia mia», le fa eco la Lorenzetti, «noi siamo concrete e pratiche senza tante seghe». La raccomandazione procede spedita. Il 6 settembre la professoressa Grossi annuncia all’amica di aver parlato con il rettore, il professor Francesco Bistoni, ordinario di microbiologia. «Lo vedo domani pomeriggio perché queste cose è meglio farle di persona, comunque si è prosternato perché gli ho detto da chi viene. A disposizione” (ride). Ti faccio sapere domani…». L’indomani annuncia: «Fatto!». «Sei grande», risponde la Lorenzetti. Ma il papà dello studente è un martello pneumatico, vorrebbe conoscere le domande dell’esame per stare più tranquillo. E la Lorenzetti non molla insistendo con l’amica perché si faccia di nuovo sentire col rettore. Il 27 settembre Gaia Grossi la rassicura definitivamente: “Istruzioni per l’uso. Il capo è andato in laboratorio ieri. Ha parlato con i suoi, ha visto le analisi, sono tutte positive. Quindi la prognosi è positiva». E così è andata. Lo studente incassa un bel trenta. Poche ore più tardi è il padre del “talentuoso” studente a chiamare la Lorenzetti: «Allora, il mio è andato a fare la visita, è rimasto contentissimo, però gli ha ordinato 30 analisi da fare».

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