Il governo pensa di spellare i soliti noti, gli automobilisti. Brunetta furioso:« Basta con i ministri della benzina»

17 Set 2013 16:51 - di Antonella Ambrosioni

Incombe il fantasma dell’aumento della benzina sui sonni degli italiani, incubi innescati da una considerazione del premier Letta: la vicenda dell’Iva, «è complessa», ha detto. Talmente complicata che tra le coperture per il mancato aumento dell’Imposta su beni e servizi dal 22 al 23%, oltre che per la cancellazione dell’Imu 2013 sulle prime case, nelle ultime ore ne è ne rispuntata una tanto classica quando odiosa: l’aumento delle accise sulla benzina. Quindi durante la trasmissione La Telefonata Maurizio Belpietro non i lascia sfuggire l’occasione per chiedere lumi a Renato Brunetta ospite in trasmissione. Il capogruppo del Pdl alla Camera è furioso: «Basta con i trucchi e con gli inganni, non vogliamo più i ministri della benzina, basta con i ministri della benzina». E se per caso non fosse stato chiaro il suo pensiero, si sfoga ancora: «Se Saccomanni pensa di fare il ministro della benzina penso che abbia sbagliato mestiere. Saccomanni, o Zanonato, ma lo stesso Letta. Glielo dico in faccia». Brunetta respinge, dunque, al mittente qualsiasi ipotesi di provvedimenti finanziati da coperture di facciata e da dannose e inaccettabili clausole di salvaguardia, che, come sempre, prevedono aumenti delle accise sugli oli lubrificanti. «Questo approccio “tassa e spendi” (sono state messe le mani nelle tasche degli italiani per finanziare la stabilizzazione di 150.000 precari della PA e per distribuire fondi allo spettacolo…) non può sostituire una visione strategica di lungo periodo, necessaria per il nostro Paese», argomenta Brunetta, spiegando il danno che un meccanismo del genere può innescare per la nostra economia: «La benzina è un fattore produttivo fondamentale, un bene di consumo, un bene anfibio, serve per produrre, per fare reddito ma è anche un bene di consumo finale. Non può essere il punto dove si scaricano tutte le tensioni e le inefficienze del sistema». Se è così, conclude, «glielo dico anche forte, il governo non va più avanti. Su 800 miliardi di spesa pubblica, possibile che solo con l’aumento delle accise sulla benzina si possono trovare delle risorse? Siamo seri, per favore».

 

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