L’incredibile faccia tosta della Melandri: non è più gratis la sua presidenza del Maxxi

27 Lug 2013 16:35 - di Corrado Vitale

Basta chiamarsi Giovanna Melandri, basta essere di sinistra  doc,  basta aver lungamente militato nei ranghi parlamentari del Pds-Ds-Pd per essere al di sopra del comune senso del pudore. È un vero e proprio capolavoro della faccia tosta quello compiuto dalla soave Giovannina con la sua nomina a presidente del Maxxi, il museo nazionale delle arti del XXI secolo. È una storia che, a raccontarla, sembra una barzelletta. Ricordate le polemiche dell’ottobre scorso quando si diffuse la notizia che la Melandri non si sarebbe ricandidata alle elezioni politiche e che sarebbe andata a presiedere la prestigiosa istituzione culturale? Giudizi fortemente critici a questo clamoroso caso di riciclaggio di  una ex parlamentare e di  vero e proprio privilegio di casta vennero anche dalle file di Giovannina.  E lei per tacitare tutti i critici affermò solennemente che andava a presiedere la struttura «totalmente gratuitamente».  Essì, proprio così disse: «totalmente gratuitamente». A sostegno della Melandri intervenne il ministro Ornaghi che ribadì il fatto che presidenti e consiglieri di amministrazione delle fondazioni culturali non percepiscono compensi.

Be’, non è passato neanche un anno  e si apprende che invece, da mercoledì, la ostentata gratuità della Melandri andrà a farsi  benedire. Per tale giorno è infatti convocato il Cda del Maxxi che avrà all’ordine del giorno il «compenso del presidente». Come è motivata questa clamorosa giravolta? È semplice: il Maxxi, da fondazione, diventa ente di ricerca. E, a questo punto, il compenso per il presidente è possibile. Capita la furbata? In una intervista a Panorama, Giovannina ha dichiarato di aver «regalato» un anno del suo «prezioso tempo». Sarà anche «prezioso» il tempo della Melandri, ma certo non appare ben impiegato. Perché non è davvero una bella cosa prendere per i fondelli gli italiani. Che ne pensano il “moralizzatore” Renzi e tutte le altre “anime belle” del Pd?

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