Le biblioteche rallentano l’acquisto di libri e non investono sul personale. Fanno meglio i privati

11 Lug 2013 18:10 - di Antonio Pannullo

La crisi si fa sentire anche nel settore cultura, che inspiegabilmente è il primo a soffrire in tempi difficili. Dalla prima indagine sistematica sul settore delle biblioteche, emerge che investono poco e sempre meno in acquisto di libri e in personale, ma che c’è anche una reazione alla crisi. Nel 2012 la spesa sostenuta per comperare volumi è stata complessivamente di circa 30 milioni di euro, 7.850 euro per biblioteca, destinata però a scendere nel 2013, secondo le stime, a 23 milioni di euro, cioè 6.138 euro per biblioteca. L’anno scorso le Regioni che hanno investito di più sono state il Lazio con 21.280 euro che registra un crollo dell’investimento, sceso quest’anno a 4.546 euro, e il Trentino Alto Adige con 19.428 euro che nel 2013 aumenterà invece la spesa a 27.827 euro. Sono questi i dati più significativi emersi dalla prima indagine statistica sulle biblioteche pubbliche degli enti territoriali italiani, che ci restituisce una dimensione nazionale, realizzata esclusivamente online, presentata a Roma. Di 6.890 biblioteche individuate utilizzando varie fonti, il questionario, in 33 semplici domande, è stato inviato alle strutture dotate di e-mail, ossia 4.658 delle quali hanno risposto 3.800. Tenuto conto che le biblioteche italiane sono circa 12.700, se consideriamo quelle che restano fuori dall’indagine possiamo dire che complessivamente si aggira intorno ai 60 milioni di euro l’anno la spesa per acquisto di libri nel 2012. La spesa delle famiglie italiane per i libri, esclusi quelli scolastici è stata di 1 miliardo e 300 milioni di euro nel 2012. Dunque, il rapporto tra acquirenti privati e pubblici è da 100 a 5 (il 5%). «Questa debolezza dell’acquisto pubblico di libri si riflette sul comparto della produzione editoriale», ha sottolineato Gian Arturo Ferrari, presidente del Centro per il Libro e la Lettura. Poi è di massimo tre impiegati il personale del 61.44% delle biblioteche e l’orario medio di apertura settimanale è di 22 ore, con punte più alte in Lazio e Sicilia e più basse in Friuli Venezia Giulia e Piemonte. Qualche spiraglio positivo viene dai prestiti: la media annua è di 12.436 volumi per un totale annuo stimato di oltre 47 milioni di libri. I volumi più richiesti sono quelli di narrativa contemporanea (89,53%) e i libri dedicati a bambini e ragazzi (85.32%). «Il settore presenta profili di stagnazione negli investimenti che in alcuni casi diventa arretratezza. Il vero contributo che diamo al mercato editoriali non è nel fatturato ma nell’avvicinare le persone con 47 milioni di libri prestati», ha fatto notare il presidente dell’ABI, Stefano Parise. Il patrimonio complessivo è di 80 milioni di volumi e per rinnovarlo provvede allo scarto di libri il 49,74% delle biblioteche con al top la Lombardia (73%). Nel 2012 ciascuna biblioteca ha acquistato in media 603 libri.

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