Nel M5S tutti contro tutti. Currò: seguono una logica “fascista”… Ma non erano stalinisti?
“I 42 che hanno votato contro la procedura d’espulsione di Gambaro non sono tutti dissidenti. Più della metà sono più ‘fondamentalisti’ di me, ma hanno fatto prevalere ragioni di affetto umano, o hanno valutato che mandarla via fosse un autogol mediatico. L’altra metà, invece, persegue un progetto diverso. Non so quale progetto sia e non mi interessa, ma di certo non vogliono bene al Movimento, fanno di tutto per offuscare le cose che stiamo facendo in Parlamento”. Intervistato da Avvenire, il vicepresidente M5S della Camera Luigi Di Maio quantifica l’area del dissenso del Movimento: una ventina di persone che “agiscono sempre nello stesso modo”. Adele Gambaro merita l’espulsione perché, dice, “ha fatto del male al Movimento. Lei fa parte di questa strategia che mira ad offuscarci con le polemiche. Chi fa così tradisce il mandato elettorale e mette in crisi i gruppi sul territorio”, afferma Di Maio. Quanto a Paola Pinna, “mi limito a dire che non l’ho mai sentita parlare in assemblea”. Per Di Maio “mettere in discussione Grillo significa scaricargli addosso le nostre responsabilità. Conosciamo la sua capacità di comunicare, è assurdo provare a cambiarla”. Il leader dell’M5S, prosegue, “non esercita ingerenze sui gruppi. Non ci chiama, non ci manda direttive. Sul blog raccoglie i feedback dei cittadini e ce li rimanda, e ci segnala le violazioni delle regole interne. Tutto avviene in modo trasparente, alla luce del sole”.
Tra i dissidenti si colloca sicuramente Tommaso Currò che, intervistato da La Stampa, si scaglia contro l’idea di processare, dopo la senatrice Gambaro, anche la deputata Paola Pinna che si era schierata con la Gambaro in un’intervista sempre sul quotidiano torinese. Dice Currò, che per or anon intende passare al gruppo misto: “Prima gli insulti a Furnari e Labriola, poi la Gambaro, e adesso si parla della Pinna, che è diventata il nuovo bersaglio su cui sfogare le loro pulsioni medievali. Dopo a chi toccherà? Basta, per favore. Non se ne può più di questo metodo. Le espulsioni collettive seguono una logica da partito fascista, che evidentemente non è mai stata quella del Movimento, un grande progetto in cui il confronto è da sempre un elemento fondamentale”.
Che la confusione sia grande sotto il cielo pentastellato lo si vede anche dall’uso disinvolto di categorie (fascisti, stalinisti…) del tutto inadeguate a spiegare la realtà del movimento di Grillo che, proprio per il suo carattere atipico e contraddittorio (essere nel sistema ma anche contro il sistema), si sta rivelando una meteora.