Monti-Casini: il divorzio sancisce la fine della parabola terzopolista

19 Giu 2013 17:12 - di Oreste Martino

Il divorzio in diretta tv tra Mario Monti e Pierferdinando Casini chiude una parabola terzopolista durata poco più di due anni, dal famoso voto di fiducia al governo Berlusconi del 14 dicembre 2010 alla conferenza stampa tenuta due giorni fa dal Professore. All’inizio si trattava di un progetto molto ambizioso, creare un’area della responsabilità, moderata e riformista, ancorata al Ppe e simile a molti partiti di centrodestra europei. Si partì da Casini, Fini e Rutelli con sondaggi lusinghieri e buone prospettive di crescita. Poi bastò un voto amministrativo sbagliato e Casini con un tweet sciolse all’insaputa dei partners la coalizione, puntando tutte le carte a disposizione sul logoramento del governo Berlusconi e sull’avvento del governo tecnico di Mario Monti. Così l’area della responsabilità divenne l’area dei tecnici, l’area del rigore, l’area dei sacrifici, pagando alla fine un prezzo elettorale molto alto e ottenendo un risultato deludente nonostante i numerosi sostegni esteri e giornalistici di cui Monti ha goduto.

Il giorno dopo il voto il presidente della Bocconi ha mostrato il suo cinismo con un tempismo da centometrista. Prima ha archiviato la presenza di Fini nella sua coalizione e poi, pian piano, ha archiviato quella di Casini, tenendosi in mano i gruppi parlamentari al fine di trattare con Berlusconi – e quindi con il Ppe – la sua ambizione di diventare presidente della Commissione europea. Ottenuto il risultato, o svanita la sua ambizione, anche Scelta civica diventerà per lui inutile e finirà tra i litigi delle sue anime interne.

In due anni, insomma, la parabola Monti è riuscita a bruciare quello che era stato costruito da più parti con fatica. Fli è fuori dal Parlamento, Italia Futura e Montezemolo sono scomparsi dai radar, l’Udc non sa adesso che fare in vista delle elezioni europee con sbarramento al 4%, l’area centrista che serviva comunque a spingere verso la moderazione le politiche di Pd e Pdl è scomparsa e i tecnici hanno perso proprio a causa di Monti il favore che sempre avevano avuto nell’opinione pubblica. In sostanza la parabola montiana è stata un capolavoro di distruzione inimmaginabile guidato dall’ambizione sfrenata di un professore che voleva farsi statista e che è finito per essere il piccolo leader di quella che genialmente Dagospia chiama “sciolta civica” o “scelta cinica”.

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