Il governo lavora al piano “città sicure”. Alfano: coinvolgeremo i militari nel controllo del territorio

13 Giu 2013 20:21 - di Redazione

Un piano per la sicurezza delle città, con l’obiettivo di “rendere gli italiani liberi dalla paura”. Ci sta lavorando il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, insieme all’Anci ed al ministro degli Affari regionali, Graziano Delrio. All’indomani dell’ennesimo efferato omicidio urbano a Roma, Alfano garantisce: “Lo approveremo in uno dei prossimi Consigli dei ministri”. Alfano interviene alla Conferenza dei prefetti. Accanto a lui, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che entra subito nel tema. “Oggi – avverte il capo dello Stato – alle difficoltà per molti aspetti drammatiche di imprese e mondo del lavoro si accompagnano tensioni da affrontare con forte attitudine al confronto e all’ascolto. Vi si legano anche il rincrudirsi di certe tipologie di delinquenza comune, sia il manifestarsi di focolai di esasperazione estremistica e perfino di violenza eversiva”.

Alle parole di Napolitano fanno subito eco quelle del titolare del Viminale. La crisi economica, spiega, “può produrre nei cittadini un aumento dell’esasperazione e noi vogliamo intervenire per far sì che gli italiani possano vivere più sicuri nelle loro città”. Negli ultimi tempi si sono susseguiti episodi di cronaca nera, l’ultimo ieri a Roma, non certo rassicuranti. “Noi – commenta Alfano – cogliamo questo allarme e stiamo lavorando ad un piano sulla sicurezza urbana per garantire una vita più serena nelle città. La strategia è quella di considerare le forze dell’ordine come elemento di interposizione tra le forze del male ed i cittadini e su questo nei prossimi giorni ci saranno misure”. Al Viminale c’è già stato due settimane fa un primo incontro tra il vicepremier, il ministro Delrio ed il presidente dell’Anci, Alessandro Cattaneo. Anche dai sindaci, infatti, è arrivato il grido di aiuto per l’aggravarsi della criminalità comune.

Serve un maggiore dispiegamento delle forze dell’ordine, anche con il contributo dei militari, per rafforzare il controllo del territorio e prevenire i cosiddetti reati predatori, quelli che suscitano maggiore allarme sociale. Alfano ha dato una prima risposta inviando rinforzi a Milano (140 unità) e a Bari (146). Ora si studia una strategia che coinvolga anche le altre città più a rischio. Tra le ipotesi c’è quella di ridare il potere di ordinanza in materia di sicurezza ai sindaci (un cavallo di battaglia dell’ex ministro dell’Interno, Roberto Maroni), stoppato nel 2011 da una sentenza della Corte Costituzionale. Si torna a parlare dunque di ‘sindaci-sceriffi’. L’obiettivo è creare una sinergia tra forze dell’ordine, militari e polizie locali per massimizzare gli sforzi tesi ad aumentare la sicurezza urbana. In questo senso si punta a potenziare l’utilizzo dei militari a tutela dei presidi fissi nelle città, in modo da liberare le forze di polizia da questi compiti ed impiegarle più massicciamente in attività di indagini e controllo del territorio.

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