Dopo l’intervista di Bersani si apre il vaso di Pandora del Pd: tutti contro tutti in vista del congresso

15 Giu 2013 19:11 - di Redazione

Nel Pd è crisi di nervi. E la lite è sempre dietro l’angolo. Il dopo intervista  di Bersani al Corriere della Sera è scandito  dall’emergere di malumori, sospetti e scontenti. Privo di una linea strategica comune, il partito guidato da Epifani appare un perenne ribollire di correnti l’un contro l’altro armata.  Il primo a partire all’attacco dell’ex segretario è Pippo Civati, uno che pure dovrebbe gradire l’ipotesi di una maggioranza tra il Pd e i tranfsughi grillini prospettata nell’intervista.  «Se Bersani si vuole ricandidare – dice Civati –  è una notizia, ma nel caso esca dall’equivoco».  Dice anche, il deputato piddino,  che il colloquio tra Bersani e il Corsera  è stato «inopportuno», in contrasto con «il migliore Bersani» che ha sempre detto di voler «fare girare la ruota» e che «fa pensare a uno strano remake» con la riproposizione delle ultime primarie «a parti invertite». Subito dopo arriva un’altra bordata contro l’ex leader. Questa volta da parte  dei senatori renziani del Pd Andrea Marcucci, Isabella De Monte, Mauro Del Barba, Nadia Ginetti e Laura Cantini.  La possibilità di fare maggioranza con ascari ex grillini è giudicata una «ipotesi della irrealtà».  «Anche sul congresso del Pd – ammoniscono i parlamentari renziani –  noi ci auguriamo che sia occasione di cambiamento per tutto il partito, dai circoli alle federazioni, ai vertici nazionali. Non ha senso proporre strumenti di elezione diversa a seconda dei livelli, così come ha ipotizzato Bersani. All’ex segretario, chiediamo maggiore rispetto per il suo partito, che sta attraversando una fase decisiva».

Già, il congresso. È proprio questo il punctum dolens. E la causa fondamentale dell’attuale psicodramma del Pd. Sul punto c’è da registrare anche una certa agitazione nella componente dei popolari.  Ottanta, tra parlamentari e dirigenti locali da area fiorioniana, hanno preso carta e penna e hanno scritto una lettera al segretario Guglielmo Epifani in cui affermano che serve un congresso  «nel quale il tema della partecipazione deve costituire l’architrave del nostro essere democratici». Anche in questo caso si tratta di un chiaro avvertimento, a dimostrazione del fatto che Fiorini e gli ex dc stanno ammassando truppe in vista dell’appuntamento congressuale. Lo stato di malumore e apprensione è ben sintetizzato, dulcis in fundo, in uno scritto  del  deputato pd Emanuele Fiano, pubblicato dal  sito Afffaritaliani. «Il Pd ama farsi male da solo…e il congresso che sta per svolgersi si avvia in uno scenario molto incerto». Pesa insomma sul Pd l’antica “maledizione” di Nanni Moretti: «Continuiamo così, a farci del male”.

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