Contro Hollande e le nozze gay: la Francia si interroga sugli Hommen, risposta maschile alle Femen

17 Giu 2013 12:31 - di Redattore 92

Si chiamano Hommen e il riferimento alle Femen è fin troppo evidente.  Sono nati in Francia, il 27 marzo, all’indomani della ratifica della legge su nozze e adozioni gay. Maschera bianca sul viso, a torso nudo, scritte sul petto in favore della famiglia tradizionale, gli Hommen hanno già fatto parlare i media di mezzo mondo. L’ultima protesta, venerdì a Lione, un flash mob che ha fermato il traffico. I manifestanti hanno cantanto l’inno nazionale e gridato slogan contro la legge approvata dal Parlamento francese. Un movimento che ha fatto il suo esordio il primo aprile, a Parigi in rue de Rivoli, davanti alla Prefettura e che ha proseguito con altre proteste simboliche e non violente.

L’azione più eclatante, l’irruzione nel corso degli internazionali di tennis del Roland Garros, nel bel mezzo della finale del torneo. Come le Femen, sono tutti ragazzi, anche la versione maschile preferisce mantenere l’anonimato, si definisce apolitica e sostiene di combattere una crociata per i diritti del popolo francese e non contro qualcuno. «Questa non è una battaglia politica, ma sociale –ha detto il portavoce del movimento  in un’intervista al quotidiano Direct matin – dietro la maschere bianche c’è la maggioranza dei francesi che si oppone ai matrimoni gay. Lo facciamo per tutelare i bambini e le donne- Hollande dice che dobbiamo accettare il gioco democratico? Ma il potere appartiene al popolo – dice il portavoce di Hommen che ha come pseudonimo Fabien – e se il popolo non viene ascoltato si scivola facilmente nel totalitarismo. Tutto il mondo sa che Hollande non è stato eletto sulla base di questo programma elettorale, ma sugli interventi che avrebbe fatto per rilanciare l’economia. È su questi temi che i francesi lo attendono, non sui matrimoni gay». Intanto le autorità francesi hanno adottato la linea dura: il 18 luglio verranno processati i quattro Hommen arrestati al Roland Garros. Perché la tollerante Francia di Hollande tollera tutto tranne le proteste.

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