«Solo 49 coppie iscritte in sei Municipi della Capitale»: “Avvenire” svela il bluff del registro delle unioni civili

23 Mag 2013 13:40 - di Guido Liberati

Appena 49 coppie iscritte ai registri delle unioni civili istituiti dal 2005 in sei municipi di Roma. Questo il risultato di una verifica realizzata da Avvenire in alcuni municipi della Capitale. Dall’inchiesta del quotidiano cattolico è emerso che nonostante la delibera municipale che nel luglio scorso ha istituito il registro, nel IX Municipio ( che conta oltre 125mila abitanti) una sola coppia ne ha fatto richiesta. È successo ieri e a Villa Lazzaroni, sull’Appia, dove sorgono gli uffici municipali ed è stato un picolo evento. Secondo l’inchiesta di Avvenire presso gli uffici anagrafici e le segreterie di presidenza dei sei Municipi che dal 2005 hanno istituito i registri (IX, X, l’XI, il XV, il XVI e il VI) si sono rivelate un vero e proprio flop. Nonostante tutto, il candidato sindaco di Roma del centrosinistra Ignazio Marino ne ha fatto un cavallo di battaglia proponendo «la creazione di un registro comunale delle unioni civili». Dati che fanno dire all’assessore capitolino alla Famiglia Gianluigi De Palo come questa sia solo «una battaglia ideologica. Municipi che deliberano atti privi di qualunque valore giuridico e utilità sociale, che rispondono unicamente a diktat di partito lontani. Un Paese virtuale incapace di dare valore alla famiglia riconosciuta dalla Costituzione».

Quello del registro delle unioni civili è un tema cavalcato da tutti i sindaci di sinistra, in campagna elettorale. «Moschea e registro delle unioni civili sono in cima alla lista delle priorità», aveva detto il sindaco di Genova Marco Doria a inizio mandato, da martedì almeno sul secondo punto ha mantenuto la promessa elettorale, grazie ai voti del centrosinistra e del Movimento 5 Stelle. «Solo una bandierina politica per coprire l’inconcludenza di questa giunta rispetto ai veri problemi della città – ha commentato la capogruppo del Pdl, Lilli Lauro – Il registro è aria fritta, non serve a nulla e danneggia la famiglia». Aria fritta che la sinistra ha venduto anche a Napoli, Firenze e Milano dove il registro delle Unioni civili è già operativo.  Ma questo tipo di registri avverte Anna Maria Panfili, presidente regionale del Forum Ligure delle associazioni familiari di «rischia di scippare i benefici comunali alle famiglie» che potrebbero quindi diventare le «reali vittime di questa delibera». Le conseguenze di queste delibere «di carattere solo ideologico»? Secondo Panfili, «si fa strada il rischio che il registro si apra ad unioni fittizie, formate all’unico scopo di ottenere i benefici comunali, che sarebbero così «scippati» alle famiglie, reali vittime di questo tipo di delibera».

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