Letta cede alle pressioni della sinistra e della lobby gay: la Biancofiore non si occuperà di pari opportunità
Alla fine il presidente del Consiglio, Enrico Letta, ha ceduto alla pressione dei media di sinistra e della lobby degli omosessuali “integralisti”. E a sole ventiquattr’ore dall’incarico, a Michaela Biancofiore è stato tolto il ruolo (peraltro non ancora ufficiale) di sottosegretario alle Pari Opportunità per spostarla alla Funzione Pubblica. Le pressioni della base del Pd e dei giornali di sinistra, che da due giorni martellavano sulla fedelissima di Berlusconi, hanno evidentemente scalfito subito la sicurezza del nuovo premier, che in quattro e quattr’otto ha mosso sic et simpliciter, come una pedina in una scacchiera, la sottosegretaria definita “omofoba”, spedendola nel settore che fu di Renato Brunetta e di Patroni Griffi. Quasi a “silenziarla” su un tema scottante.
Una mossa che dimostra in modo chiaro come Letta sia più sotto scacco dei vari Vendola ed esponenti della cosiddetta “intellighentia” di sinistra, che non di Berlusconi e delle sue presunte minacce di staccare la spina sul tema dell’Imu. Subito dopo il suo defenestramento da Palazzo Chigi è trapelato che per Michaela Biancofiore si tratta dell’“ultima chance”, perché è venuta meno alle “regole di ingaggio” fissate da Letta durante il giuramento dei nuovi sottosegretari. A far scattare la decisione, fanno sapere le stesse fonti, sarebbe stata l’intervista della Biancofiore a Repubblica. Venerdì sera, infatti, il premier aveva detto con molta chiarezza ai sottosegretari che occorreva “sobrietà” nell’attività di governo e nelle parole.
Ma allora la Biancofiore che cosa ha detto di tanto grave da nuocere alla stabilità del governo e al Paese? Ecco i passi salienti dell’intervista incriminata. Il giornalista di Repubblica le chiede: «Lo sa che Paola Concia del Pd ha dichiarato di sentirsi come un cucciolo dalmata con Crudelia Demon al mininistero?». La risposta è secca: «Che ridere! Non so da dove scaturiscano queste accuse di omofobia. Io non ho mai avuto a che fare con la Concia e non mi sono mai occupata della sua sessualità e del suo genere di appartenenza: la verità è che mi attaccano perché sono berlusconiana». E poi ancora: «Mi piacerebbe per una volta che anche le associazioni gay, invece di autoghettizzarsi e sprecare parole per offendere chi non conoscono, magari condannassero i tanti femminicidi delle ultime ore. Difendono solo il loro interesse di parte». Sulle unioni omosessuali precisa: «Penso che faremo un ddl che cavalcherà la modernità civile. Personalmente dico “no” alle nozze gay e “sì” alle unioni civili». Quando poi il giornalista le chiede se è pronta a rinunciare alle sue tesi sui gay replica: «Non sono omofoba. Sono una che odia, da vera liberale, qualsiasi tipo di discriminazione». Il giornalista però le ricorda che in passato «sostenne cose un po’ diverse». «Ma andatevi a rivedere tutta l’intervista – risponde – Io sono di un’apertura totale al mondo gay. Comprendo quali problemi hanno dovuto affrontare fin dall’adolescenza, quando hanno scoperto la loro sessualità. A livello di persone non vedo differenza, ma non credo sia normale che un uomo vada con un trans. Come donna non riesco ad accettarlo». Al prossimo Gay Pride a Roma che farà? «Se mi invitano ci andrò. Ma non mi metterò a ballare seminuda sui carri».