Femen a Notre-Dame contro il suicidio di Venner. Il 29 il primo matrimonio gay a Montpellier

23 Mag 2013 11:35 - di Renato Berio

Il giorno dopo il suicidio eclatante di Dominique Venner la cattedrale di Notre Dame è stata oggetto di un’altra azione dimostrativa, questa volta senza epilogo drammatico ma dai toni decisamente dissacranti, da parte di un’attivista del gruppo Femen che è entrata nella chiesa, ha tirato fuori una pistola giocattolo e si è fatta fotografare simulando di suicidarsi con un colpo in bocca. Sul seno nudo la giovane aveva la scritta in inglese: “May fascism rest in hell”, “che il fascismo riposi all’inferno”. L’azione è durata appena qualche minuto, alcuni degli stranieri presenti in Notre Dame hanno urlato all’attivista di Femen di vergognarsi. Un’azione di esibizionismo estremista che ha voluto in qualche modo “pareggiare il conto” con il gesto dimostrativo di Venner, la cui lettera-testamento al di là del comportamento dei media sta facendo discutere. “Sono sano e amo la vita – ha scritto Venner – ma ritengo necessario sacrificarmi per rompere la letargia che ci sopraffà… Mi do la morte per risvegliare le coscienze addormentate… Insorgo contro i veleni dell’anima… Mentre tanti uomini si fanno schiavi della loro vita, il mio gesto incarna un’etica della volontà”. Non l’estrema scelta di un anziano depresso, dunque, ma un consapevole atto di ribellione. Un atto, dice Venner, “fondativo”, o meglio rifondativo di valori ormai troppo “liquidi”. Parole, al di là di come la si pensi, che restituiscono da un lato la statura di uno scrittore i cui saggi ricevevano premi dall’Accademia di Francia (come quello sulla guerra civile russa) e dall’altro il livello macchiettistico delle dimostrazioni delle Femen. Queste ultime, del resto, sono solo pose utili a far scattare qualche foto. Differente è approfondire con onestà intellettuale il messaggio che Venner ha lanciato alle coscienze. La stampa però, almeno quella italiana, non ci si prova neppure relegando il gesto di Venner dentro il rassicurante recinto dell’azione di protesta di un uomo di estrema destra. Un’azione che non merita commenti ma solo condanne. E  La Stampa oggi sceglie di far commentare il suicidio di Notre Dame dal primo uomo che sposerà un altro uomo nella storia della Francia. Si chiama Vincent e dice di provare compassione per Dominique Venner: “Era evidentemente molto infelice”. Il 29 si sposerà nel salone delle feste del Comune di Montpellier. Grande cerimonia, decine di giornalisti. La cronaca dell’evento oscurerà la storia del vecchio scrittore europeista che si dà la morte e renderà opache le ultime parole di Venner, che restano comunque un disperato e chiaro atto di testimonianza per i valori di una tradizione ideale sempre più flebile: “Insorgo contro gli invasivi desideri individuali che distruggono i nostri ancoraggi identitari e in particolare la famiglia, nucleo intimo della nostra civiltà millenaria…”.

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