Afghanistan, autobomba esplode al passaggio di militari italiani: due feriti (non gravi)
Un’autobomba, con a bordo probabilmente un attentatore suicida, è esplosa al passaggio di un convoglio di militari italiani ed afgani vicino a Farah in Afghanistan: due bersaglieri, a bordo di un blindato, sono rimasti feriti da schegge. «Non sono in pericolo di vita», assicurano alla Difesa. L’esplosione è avvenuta alle 8,50 locali (le 6,20 italiane), mentre un convoglio composto da automezzi di militari italiani della Transition support unit south e dell’Afghan national army, l’Esercito afgano, si trovava a circa 20 chilometri da Farah, nella parte più meridionale e pericolosa del settore ovest sotto controllo del contingente italiano. La colonna era partita proprio da Farah ed era diretta a Bala Boluk, quando è stata investita da una forte esplosione. A saltare in aria un’autovettura civile: non è ancora chiaro se azionata a distanza o da un kamikaze, come sostengono i talebani nella loro rivendicazione. La deflagrazione ha investito un blindato Vtlm “Lince”. Due degli occupanti sono stati colpiti da schegge in varie parti del corpo. I due giovani bersaglieri, uno originario di Trapani e l’altro di Villabate di Palermo, entrambi in servizio presso il sesto reggimento di Trapani, sono stati subito soccorsi e trasportati all’ospedale militare da campo di Farah. «Non sono in pericolo di vita», dicono allo Stato maggiore della Difesa. Loro stessi hanno potuto rassicurare i familiari. A strettissimo giro i talebani hanno rivendicato l’attentato con un comunicato del “portavoce” Qari Yousuf Ahmadi, in cui si parla appunto di «attacco suicida» compiuto da «un eroe dell’esercito islamico» contro gli «invasori italiani». Nella rivendicazione si fa riferimento a cinque militari italiani uccisi, circostanza falsa. Un dato di fatto, tuttavia, è che la situazione resta ad alto rischio anche nel relativamente “pacificato” ovest del Paese, dove il processo di transizione tra i militari italiani e le forze di sicurezza locali comunque va avanti in vista del termine della missione Nato, prevista a fine 2014. Mentre il ministro della Difesa, Mario Mauro, segue in presa diretta gli sviluppi della situazione in Afghanistan, messaggi di solidarietà, di vicinanza e di riconoscenza ai due militari feriti arrivano da diverse forze politiche: il Pdl chiede «sempre maggiore sicurezza per i nostri soldati» contro «la gravissima escalation di violenze» e «il ricatto dei talebani», la Lega invita il governo «a tenere alta l’attenzione su questa missione che sta per finire» e Adriana Poli Bortone, presidente di Grande Sud, chiede invece che si verifichi «lo stato di sicurezza dei mezzi Lince».