Per un po’ di visibilità i grillini attaccano Letta per la parentela con lo zio Gianni
Il Movimento 5 Stelle, tagliato fuori dalla formazione del governo e tuttora nel “congelatore” per sua stessa scelta, al fine di avere un po’ di visibilità ha cercato, senza peraltro riuscirvi, di scatenare la bagarre in Aula a Montecitorio durante il dibattito sulla fiducia. Si è incaricato dell’azione di disturbo il grillino Andrea Colletti, che se l’è presa soprattutto con Letta e Alfano: il neoparlamentare prima ha accusato il governo di essere «una mano di vernice su un muro irrimediabilmente rovinato dalla muffa», poi ha attaccato la scelta di Alfano al ministero dell’Interno richiamando «la trattativa Stato-mafia e il bavaglio alla magistratura», infine ha tirato perfino in ballo il rapporto di parentela tra Enrico Letta e lo zio Gianni quale esempio di “intreccio familistico”. Parole che hanno generato il caos. L’intervento del deputato grillino è stato accolto da diverse proteste di Pd e Pdl, che hanno richiamato il regolamento di Montecitorio e rimproverato al vicepresidente di Montecitorio, il cinquestelle Luigi Di Maio che stava presiedendo la seduta, di non essere stato imparziale come avrebbe dovuto.