Flores d’Arcais lancia il partito della Boccassini al Colle: «Ma va bene chiunque, basta che sia antiberlusconiano»

4 Apr 2013 10:26 - di Antonella Ambrosioni

Se prendessimo lezioni di democrazia da uno che passa per essere un “illuminato” della sinistra intellettuale, come il direttore di MicroMega, Paolo Flores d’Arcais, saremmo veramente alla frutta, dovremmo dire addio allo Stato di diritto così come lo conosciamo. Leggere l’editoriale sul Fatto Quotidiano per credere, laddove il titolo, E ora un Presidente antiberlusconiano, è la parte meno inquietante di tutto il ragionamento. Un delirio di estremismo e di massimalismo fazioso che più non si potrebbe. È una notizia: per Flores l’uomo che dovrà salire al Colle non dovrà essere una garanzia di equilibrio tra le parti, figura di chiara fama, onesto, capace, competente, no, ma un ultrà di chiara fama antiberlusconiana. Altre doti non si scorgono tra quelle parole in libertà nutrite di ossessione. Quando scrive che il Capo dello Stato, così come lui lo vuole, dovrà «garantire in modo eguale i diritti di tutti i cittadini», già non ci siamo, perché un terzo di essi ha votato centrodestra e formazioni moderate, che non si riconoscono certo nei toni da Saint Just usati da Flores. Lo sappiamo che per lui e quelli dei suo (esiguo) seguito quella fetta di popolo è considerata un sorta di sotto-umanità, ma le regole democratiche non possono valere a corrente alternata. «È doveroso che sul Colle più alto venga insediato un Presidente ostile a Berlusconi, visto che della nostra Costituzione Berlusconi è un nemico dichiarato e sfacciato: ha cercato di calpestarla e sopprimerla, l’ha aggirata infinite volte (senza trovare al Quirinale i necessari altolà». Questa è bella, bacchettate anche a Napolitano, che non si sarebbe comportato bene, secondo il filosofo di Micromega. Allora, vediamo, per lui il Colle calzerebbe a pennello sulle spalle di Ilda Boccassini, o al massimo di Ingroia, non vediamo molta altra scelta, prendendo alla lettera la Costituzione secondo Flores, il quale si dimostra ancora una volta incompatibile con il rispetto e persino la comprensione dei principi costituzionali, a cominciare dalla terzietà delle autorità indipendenti e di garanzia, prima tra tutte la Presidenza della Repubblica. Non si capisce bene come certe figure godano, nonostante tutto, di fama di tolleranza e di equilibrio, una sorta di immunità contro l’offesa gratuita. Leggiamo infatti: Berlusconi «ha esaltato come eroi i suoi stallieri/capicosca, ha riempito il Parlamento per quasi un ventennio di lenoni e prostitute, trasformandolo in una Suburra…». Della serie: Battiato offende “tutto” il Parlamento e viene cacciato, giustamente. Flores offende “solo” le donne di una sola parte politica e continerà ancora ad essere considerato la punta di diamante dell’inllettualità di sinistra. Potere della regola aurea dei due pesi e delle sue misure. L’eletto al Quirinale, prosegue, «condizionerà alemeno due legislature», quindi, avanti tutta, «nell’attuale Parlamento ci sono ampiamente i numeri per un Presidente di svolta, di restaurazione democratica». Se la democrazia è questa, vade retro, potremmo trovarci prima o poi anche la ghigliottina. 

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