Adesso è chiaro: il Pd è impresentabile

1 Apr 2013 10:52 - di Gennaro Malgieri

Il Pd è impresentabile. Un partito che assomiglia ad una discarica  di risentimenti, rancori, ripicche, velleità. Altro che “amalgama non riuscito”, come disse D’Alema un po’ di anni fa. E’ un impasto di gentarella dal quale sono state “espulse” le poche personalità che avevano qualcosa da dire, in nome del rinnovamento, del nuovismo a tutti i costi. I suoi elettori si ritrovano al cospetto di un club di incapaci, con la spocchia dei primi della classe naturalmente, che intendono impartire lezioni a chiunque. La solita “superiorità morale e culturale”

L’esperimento Bersani, culminato con la porta sbattutagli in faccia dal presidente della Repubblica, ha messo il sigillo su una stagione non doveva neppure cominciare. Una stagione, manco a dirlo, iniziata sotto il segno dell’antiberlusconismo, culminata con il diniego da parte di Bersani e della dirigenza del Pd di procedere, come indicava il responso elettorale, alla formazione di un governo di larghe intese, temporaneo e d’emergenza, per riformare la legge elettorale e cercare di tenere a posto i conti.

Il rischio dell’ “inquinamento” ha fermato il segretario dei democrat convinto che l’accordo tra tutte le forze politiche, ma soprattutto con il Pdl, avrebbe determinato uno stato di tensione tale da sfociare in rivolta. Addirittura.

Per soprammercato, i “giovani turchi” del segretario” si sono messi di buzzo buono a spingerlo sulla strada del corteggiamento ai grillini ricevendonone sberleffi ed insulti. Il più cocente si è concretizzato in quella sciagurata diretta streaming davanti alla quale milioni di italiani sono rimasti allibiti nel vedere Bersani nelle vesti di uno scolaretto farsi bacchettare dai proconsoli del comico ligure. Quando mai Togliatti e Berlinguer, ma anche più modestamente D’Alema e Veltroni si sarebbero prestati ad una ridicola performance del genere che ha tolto ogni dubbio a chi li nutriva sulla insostenibile impresentabilità del Pd che non riece a vincere, non riesce a darsi una linea politica, non riesce a costruire una trama di governo, non riece a sottrarsi all’impoliticità nel nome di un pregiudizio che lo sta corrodendo. In vent’anni i democrat hanno cambiato tre volte nome, senza approdare anulla. Si sono fatti continuamente il lifting con il risultato di diventare irriconoscibili. Si sono dati segreteri e candidati premier bruciati sull’altare della trasformazione socialdemocratica mai avvenuta. Adesso sono meno di niente.

Luciano Violante, uno dei pochi “saggi” del Pd, per quanto defilato, ha detto una cosa di assoluto buon senso nelle ultime ore: “Se siamo legalitari, con Berlusconi ci dobbiamo misurare politicamente. Se poi Berlusconi compie reati sarà un altro soggetto che deve vedersela, senza entrare nel gioco politico. La giustizia non può divenytare lo strumento per abbattere chicchessia. Questa visione non la condivido”. Parole, riferite all’Linkiesta.it, che qualunque persona dotata di un minimo di razionalità non può che condividere. Chiunque, ma non i piddini di confessione bersaniana.

Si tenga, allora il suo pregiudizio il Pd, sempre che qualcuno non cominci ad alzare la voce e sfratti dal Nazareno l’uomo di Bettola e suoi accoliti. Intanto non conta niente. Napolitano gli ha tolto l’illusione di poter diventare il perno intorno al quale far  girare la politica italiana. Aveva in mano l’occasione per diventare davvero protagonista del cambiamento chiamando tutte le forze a contribuire ad un sforzo per “normalizzare” la situazione: si è fatto mettere nell’angolo. E’ davvero impresentabile.

Adesso Bersani ed i suoi smarriti sostenitori giocheranno di rimessa approfittando della “pausa” che il capo dello Stato ha dato ai partiti commissariandoli: è di questo che si tratta, inutile addolcire la pillola. E puntereranno decisamente alla battaglia per il Quirinale. Comunque andrà a finire, credo si rendano conto che il successore di Napolitano non potrà fare altro che prendere atto dell’irresponsabilità del Pd e sciogliere, come suo primo atto, le Camere. Il voto sancirà il ridimensionamento della sinistra e, quasi certamente il flop dei grillini il cui personale politico (a volerlo definire così per bontà pasquale) è quanto di più stupefacente si sia mai visto negli annali della Repubblica. Un fenomeno destinato a sgonfiarsi. Resterà l’irresponsabilità del Pd che, dopo la sciarada bersaniana, si vedrà preclusa qualsiasi possibilità di proporsi come protagonista della vita politico-parlamentare dle Paese anche perché, come d’abitudine, impegnato in un aguerra intestina i cui esiti nessuno al momento può prevedere. Volerennao gli stracci, insomma. Ed il regolamento di conti sarà cruento. Coinvolgerà putroppo anche i moderati, ovviamente, accusati di non aver tenuto abbastanza duro sulle posizioni del segretario. La scissione è nell’aria.

Sì, non è proprio presentabile questo Pd.

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