Pd e M5S uniti solo sul “siluro” a Berlusconi. Bersani sfotte Grillo sull’euro: «Preferisce la carta straccia?»

14 Mar 2013 17:48 - di Desiree Ragazzi

Inchieste giudiziarie ad orologeria, visite fiscali, udienze fissate una dopo l’altra, richieste d’arresto. E dal cilindro spunta fuori anche l’ineleggibiltà. La strategia per far fuori Silvio Berlusconi si fa sempre più intensa. Basta sfogliare un giornale o aprire un tg per rendersi conto come le preoccupazioni del Cavaliere («vogliono un Craxi2») e del Pdl siano più che fondate. Il tentativo è infatti sempre lo stesso: utilizzare metodi non democratici per far fuori dal parterre politico un avversario scomodo. Non c’è infatti solo la fatwa giudiziaria scattata contro l’ex premier all’indomani del risultato elettorale, ma anche le azioni concentriche del Pd e del Movimento cinque stelle che cercano in ogni modo di impedirgli di varcare la soglia del Parlamento. Le mosse per disarcionare il Cavaliere, (almeno per il momento  sono due): votare sì per il suo arresto (ipotesi sostenuta da Migliavacca del Pd e appoggiata dai sostenitori di Grillo) e votare sì all’ineleggibilità. Quest’ultima strategia sta prendendo sempre più corpo tra i grillini, tant’è che il capogruppo in Senato, Vito Crimi ha confermato che nella Giunta per le elezioni, il movimento voterà per l’ineleggibilità di tutti i condannati. Ergo anche di Berlusconi per la solita storia del «conflitto di interessi». «In Giunta voteremo – ha spiegato ai cronisti – per l’ineleggibilità di tutti i condannati, seguendo le nostre regole per il Parlamento pulito». Le parole del coordinatore della segretaria del Pd così come la presa di posizione dei grillini sull’ineleggibilità dell’ex premier suonano al Pdl come un avviso diretto non solo al Cavaliere ma anche allo stesso Napolitano che aveva invitato tutti ad abbassare i toni e a non accendere una polveriera proprio in momento politico delicato come quello di adesso. Immediata la replica di Altero Matteoli: «Capisco che il collega Crimi è un neofita del Parlamento ma qualcuno gli spieghi che gli avversari in politica si combattono con i programmi che possono essere alternativi sui quali si ricerca il consenso e non nascondendosi dietro sentenze, peraltro non definitive, che egli vorrebbe utilizzare come pretesto per abbatterli. Ciò contrasterebbe non solo con il buon senso ma con la Costituzione». In ogni caso, ha aggiunto, «il Pdl farà muro contro i tentativi impropri di eliminare Berlusconi dalla scena e si augura che anche il Pd assuma un atteggiamento e comportamenti responsabili». In realtà l’asse politico Pd-Grillo, sui contenuti, sembra vacillare prima ancora di un eventuale voto di fiducia: «Che qualcuno dica siamo già fuori dall’euro e che lo vada dire ad un giornale tedesco non è il massimo delle trovate. Vuol dire che noi andiamo nel Mediterraneo con della carte straccia in tasca e con un disastro di proporzioni cosmiche per questo paese», ha detto Pier Luigi Bersani, in una intervista a Youdem, riferendosi a Beppe Grillo con toni quasi irridenti.

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