Dai centristi una resa senza l’onore delle armi. Resta solo la Fornero, ultima nostalgica di Monti

16 Mar 2013 19:35 - di Girolamo Fragalà

Non è né l’ultima dei mohicani né l’ultima dei samurai e non ha lasciato neppure un grande ricordo di sé, tranne le lacrimucce versate nei momenti difficili. Ma la Fornero vanta un record: è l’ultima eroina nostalgica del governo tecnico. Perché solo un’eroina può rimpiangere la peggiore stagione politica vissuta dall’Italia e ammetterlo pubblicamente, magari con un pizzico di commozione. Ci vuole coraggio, neppure gli alleati del Professore – ancora sotto choc dopo le umiliazioni subìte alle elezioni – riescono a dire qualcosa di montiano, preferiscono darsi alla fuga pur di non aprire bocca.  Lei no. Non si sa se per un calcolo elettorale in proiezione futura oppure per convinzione, si adegua al linguaggio della sinistra e trova la scusa di comodo all’insegna del “tutta colpa del Cav”: «Negli ultimi vent’anni abbiamo avuto cattiva politica, concentrata tutta su una persona. Troppa personalizzazione nella nostra vita politica. La politica è stata tutta pro o contro Berlusconi», ha detto la Fornero intervenendo al Brussels Forum. Ma allora, perché il leader centrista ha avuto la batosta elettorale? «Il premier Monti ha giocato un ruolo non propriamente suo in queste elezioni. Anziché rivendicare un’azione riformatrice, per la quale ha avuto grandissima reputazione nel mondo, si è trovato invischiato in diatribe della politica quotidiana italiana. Questo non ha giovato e ha reso il suo messaggio, che è valido, meno chiaro e nitido». Elsa la lacrima ha dimenticato qualche piccolo particolare: chi ha elogiato l’azione di Monti ha avuto percentuali da prefisso telefonico, massacrato dal voto, qualcuno è entrato in Parlamento per il rotto della cuffia. Il (fu) tecnopremier, invece, si era reso conto che se avesse parlato dell’annus horribilis del suo governo avrebbe avuto meno consensi di quelli che ha raccolto. Quindi ha preferito buttarla in caciara, battibeccare sulle alleanze, giocare con l’immagine del cagnolino e farsi accompagnare ovunque dalla moglie. Ma soprattutto ha evitato di ricordare che nel suo governo c’era la Fornero. Una scelta cinica più che politica. Irriconoscente nei confronti della ministra che passerà alla storia come l’ultima dei montiani.

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