Cipro, i mercati accusano il colpo. L’allarme di Morgan Stanley: c’è il rischio di contagio

18 Mar 2013 12:08 - di Giorgia Castelli

È fuga di capitali da Cipro dopo la decisone dell’Eurozona di tassare i depositi. In una settimana si sono volatilizzati verso l’estero quattro miliardi e mezzo, venti dall’inizio dell’anno. Tra i “fuggiaschi” molte personalità del governo, prima dell’accordo sul prelievo forzoso sui conti correnti (inaugurato in Italia da Giuliano Amato) e sui depositi nelle banche dell’isola richiesto dell’Ue in cambio di un piano di salvataggio da dieci miliardi di euro. Banche chiuse oggi per festività. Ma domani dovrebbero essere aperte, la Banca centrale ha infatti smentito la notizia che la chiusura degli istituti si sarebbe protratta fino a mercoledì. Ora gli occhi sono puntati sul Parlamento cipriota (56 deputati) che è stato convocato oggi pomeriggio per esprimersi sull’accordo, ma l’incontro potrebbe essere rinviato a mercoledì per dare l’opportunità ai parlamentari di trovare un’intesa. La proposta dei ministri delle Finanze dell’eurozona, che prevede un’imposta del 9,9% sui depositi di oltre 100mila euro e del 6,75% per quelli di importo inferiore – ha provocato la rabbia dei correntisti ciprioti e degli stranieri qui residenti anche perché e la prima volta che, per salvare l’economia di un Paese, vengono toccati i risparmi dei suoi cittadini. La gente inferocita ha praticamente svuotato gli sportelli automatici delle banche per garantirsi un minimo di contante in vista di giornate molto incerte. Il presidente cipriota Nikos Anastasiades, parlando alla nazione, ha ribadito di aver fatto la «scelta meno dolorosa» accettando l’accordo per salvare l’economia del Paese ed ha assicurato che sta ancora facendo pressione affinché l’Ue cambi decisione «per minimizzare l’impatto» sui piccoli depositi. La decisione di Cipro preoccupa soprattutto la Russia: l’isola è il principale “paradiso fiscale” per gli oligarchi russi, ma anche una delle principali destinazioni degli investimenti bancari russi. Secondo gli esperti, si tratta di almeno venti miliardi di dollari, cui si aggiungono nel 2012  i circa dodici miliardi di dollari delle banche russe (tre miliardi in più rispetto al 2011). Anche per questo nel 2011 Mosca aveva accordato a Nicosia un prestito da due miliardi e mezzo. E per il presidente russo, Vladimir Putin la tassa è «ingiusta, non professionale e pericolosa». Per Morgan Stanley l’introduzione di un prelievo sui depositi bancari a Cipro «sembra aver rotto un altro tabù». Nel suo report l’agenzia sottolinea che «questo va al di là del mercato e delle nostre aspettative, sollevando timori di un possibile errore politico e che potrebbe causare un rischio sostanziale di contagio» a Paesi periferici. E su questa scia le borse europee hanno aperto in forte calo: il caso Cipro affonda i mercati.

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