Sindaco del Parmense in mutande al Quirinale per protesta contro le tasse di Monti
Dopo aver inviato una lunga lettera al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in cui minacciava le dimissioni da sindaco di Berceto, centro turistico della montagna parmense, Luigi Lucchi è pronto ad una nuova forma di protesta: contro l’entrata in vigore della Tares, la nuova tassa sui rifiuti varata dal governo Monti, ha annunciato che il 22 marzo si presenterà in piazza del Quirinale a Roma con la fascia di sindaco ma, sotto, soltanto un paio di mutande. La protesta – ha spiegato il sindaco, a capo di una lista civica di centrosinistra – «per scongiurare la chiusura di bar e ristoranti che avranno, con la Tares, aumenti paurosi. Ad esempio, chi pagava 1.500 euro l’anno con la Tarsu dovrà pagare con la Tares 4.600 euro». Luigi Lucchi ha 57 anni ed è nativo di Berceto. Diplomatosi in agraria, è stato eletto assessore alla Provincia di Parma e poi consigliere comunale a Berceto, incarico che ha ricoperto sino al 1990. E’ presidente dell’associazione Strada della Cisa. Si è parlato di lui perché è stato uno dei principali sostenitori del gemellaggio con i Lakota Sioux. Ora l’annuncio della nuova protesta: «L’applicazione di questa tassa comporterà un notevole aggravio per tutti – ha scritto Lucchi nella lunga lettera a Napolitano – e le maggiori entrate, pur essendo una tassa tipicamente comunale, saranno sottratte ai Comuni dal governo che ridurrà d’imperio tale importo dai già esigui trasferimenti statali ai Comuni. La conferma, insomma, che i sindaci sono utilizzati come gabellieri dallo Stato e ritrovano svilito il loro ruolo di eletti dai cittadini per tutelarli e difenderli, come vorrebbe invece la Costituzione».
Lucchi non sarà comunque il primo sindaco a mostrarsi… in mutande. Prima di lui, il più famoso è stato senza dubbio Gabriele Albertini, che nel ’98, quando era primo cittadino di Milano, si spogliò per promuovere la moda italiana: con un costume da bagno in cachemire – molto simile a un paio di mutandoni – partecipò alla presentazione della sfilata di Valentino. Dieci anni dopo è stata la volta del sindaco di Paternò (Catania), Pippo Failla: fascia tricolore su torso nudo, con indosso soltanto boxer bianchi elasticizzati, calzini dello stesso colore e scarpe scure, protestò «contro l’emergenza rifiuti e la politica della Regione Sicilia sugli Ato (Ambito Territoriale Ottimale) che porterà i Comuni al dissesto finanziario».