Contro il Cavaliere gli avvoltoi dell’informazione

9 Feb 2013 18:24 - di Francesco Signoretta

Il “dagli a Berlusconi” – lo sport preferito da grandi giornali, fotografi, opinionisti e comici o presunti tali – in campagna elettorale diventa più diffuso del calcio e della Formula Uno. Qualsiasi cosa il Cav faccia o dica, l’importante è raccogliere una virgola fuori posto e farne un caso. L’ultima prova, in ordine cronologico, la si è avuta con la tappa politica a Campodarsego, in provincia di Padova: Berlusconi si ferma alla “Maschio Gaspardo”, un’azienda metalmeccanica della zona, e parla a qualche migliaio di lavoratori. In fabbrica ci sono cineoperatori, fotografi e giornalisti, ma sui quotidiani online si riduce al minimo l’impatto avuto con gli operai e tutti i riflettori vengono puntati su un cartello esposto nelle vicinanze, isolato e malridotto, con la scritta “Silvio fai il nonno”. Non si conosce l’autore di tale capolavoro, si pensa che sia un imprenditore che abita in zona. Il cartello era lì senza nessuno vicino. Ma agli organi di informazione è sembrata la notizia del giorno, chissenefrega se più di mille operai avevano applaudito il Cav. Ma ce n’è un’altra: allo stadio di Murrayfield di Edimburgo si gioca Italia-Scozia di rugby per il Sei Nazioni, in campo ci sono le squadre e sugli spalti i tifosi. Il reporter delle agenzie di stampa fotografa e manda in rete l’immagine di tre persone in gonnellino che posano per la foto ed espongono un cartello con la scritta “Dio ci salvi dalla Scozia e da Berlusconi”. Tutto qui? No. Anche la didascalia è tutta un programma: parla di “tifosi italiani” come se fosse stata un’intera curva a esporre il cartello. Eppure sarebbe bastato contare, ne erano solo tre, chiaramente di sinistra, senza nessuno attorno. Un film già visto, come quando ai comizi di Berlusconi c’erano migliaia di persone, arrivava un gruppo dei centri sociali a creare un po’ di caos e i giornali titolavano “Il Cavaliere contestato in piazza”.  Lo stesso giochetto fu fatto anche nei giorni di dimissioni di Berlusconi: quando festeggiarono quelli del popolo viola, gomito a gomito con i dipietristi, il Pd e i convertiti centristi, i titoloni parlavano di cittadini “spontaneamente” scesi per strada a brindare; quando invece si riversarono in piazza le persone che volevano esprimere solidarietà al premier fatto fuori da un golpe istituzionale, i giornali parlarono di “truppe cammellate del Cavaliere chiamate a raccolta con i messaggini”. Questi sono gli avvoltoi dell’informazione. Che colpiscono solo da una parte.

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