Consumi e tasse, Italia mai così male dal dopoguerra

9 Gen 2013 18:22 - di Desiree Ragazzi

Pressione fiscale alle stelle e crollo dei consumi. In piena campagna elettorale, mentre Mario Monti cerca di mitigare la sua immagine di iperigorista inviando agli italiani messaggi ambigui, con promesse e discutibile ottimismo, arrivano i dati dell’Istat e di Confcommercio a certificare ancora una volta come l’Italia, a causa delle scelte iniquie del governo dei tecnici, sia in piena recessione, asfissiata dalle tasse e senza un euro da spendere. A fotografare la situazione di un Paese che annaspa è l’Istat: nei primi nove mesi del 2012 l’incidenza sul Pil delle entrate fiscali è stata del 44,8%, dal 43,2% del corrispondente periodo del 2011, soprattutto a causa dell’Imu. L’Istituto di statistica evidenzia soprattutto il “significativo aumento” della pressione fiscale nel terzo trimestre 45,7%, rispetto al 43,5% del terzo trimestre 2011.  Strozzando i cittadini con tasse e balzelli ingiusti ed esosi aumenta la povertà e la sofferenza delle famiglie, che si ritrovano con il borsellino sempre più vuoto e quindi impossibilitate a spendere. Non a caso l’indicatore dei consumi di Confcommercio  registra a novembre ancora una diminuzione, risultando in flessione del 2,9% nel confronto annuo e dello 0,1% rispetto al mese precedente. L’associazione dei commercianti osserva che «il 2012 si avvia a essere ricordato come l’anno più difficile per i consumi del secondo dopoguerra». «Il permanere di dinamiche congiunturali negative, anche nei mesi finali» del 2012, evidenzia l’Ufficio studi di Confcommercio, continua a segnalare come «la crisi sia ancora ben presente all’interno del sistema economico». E, quindi, «difficilmente la nostra economia, e i consumi in particolare, potranno cominciare a mostrare, nel breve periodo, segnali di un significativo miglioramento». La dinamica tendenziale (-2,9%) dell’indicatore dei consumi di novembre riflette una diminuzione del 3,6% della domanda relativa ai servizi e del 2,7% della spesa per i beni (+0,4% e -0,2% rispettivamente, a livello congiunturale).  Guardando in particolare ai diversi settori, in un contesto che ha registrato per la quasi totalità dei beni e servizi “una pesante” riduzione delle quantità acquistate dalle famiglie, rispetto all’analogo mese del 2011, l’unico segmento che continua a mostrare una dinamica positiva, sempre nel confronto tendenziale, è quello relativo ai beni e servizi per le comunicazioni, con un +4% annuo (ma un -0,8% su mese). Numeri che scatenano la reazione polemica del Pdl: «Nel 2012 consumi al minimo storico dal dopoguerra, record di disoccupazione giovanile, pressione fiscale in aumento. E’ questo il risultato di un solo anno di governo Monti. Un disastro clamoroso, frutto di scelte sbagliate fatte per favorire alcuni gruppi d’interesse e delle quali gli italiani stanno ancora pagando pesanti conseguenze. Il prossimo fallimento sarà la sua lista», attacca il presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri. «Solo in Europa gli amici del premier dicono che abbia ben governato. In Italia gli italiani la pensano diversamente», aggiunge Ignazio La Russa, fondatore del movimento Fratelli d’Italia-Centrodestra nazionale.

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