L’Udc canta Venditti: “Benvenuti in paradiso”. E stecca

30 Nov 2012 0:04 - di Girolamo Fragalà

Benvenuti in paradiso insieme a noi, non vogliamo più serpenti. Il refrain del famoso brano di Antonello Venditti da parecchio tempo viene canticchiato da Casini e dai suoi con una piccola variante: il paradiso sarebbe il centro, una non meglio definita zona politica. Anzi, una specie di zona franca. I serpenti sono gli altri, quelli che pensano una cosa incredibile, e cioè che in democrazia governa chi vince le elezioni e non chi ha il 5 o 6 per cento e sgomita strizzando l’occhio un po’ qua, un po’ là. Nessuno tocchi l’oro centrista. Chiunque si permette di parlare di elettorato cattolico o moderato è considerato “invasore”, perché mette piede nel “paradiso” che è di proprietà esclusiva dei centristi doc. Quindi, vade retro satana, a cominciare dal “rottamatore” del Pd: «Con tutta la stima e l’amicizia – ha puntualizzato il deputato dell’Udc, Pierluigi Mantini – faccio notare che la questione della rappresentanza politica dei liberali e dei cattolici in Italia non si esaurisce nella sua persona». Ma nel mirino finisce pure il signor Ferrari: «Lo stesso vale per Montezemolo. Ad entrambi – ha poi sottolineato – diciamo “benvenuti al centro” purché sia chiaro che nessuno dei due può sostituirsi a Casini». Il guaio, però, è che questo centro sta accogliendo molti generali senza avere uno straccio di esercito. Perché gli italiani saranno sfiduciati, delusi e magari incavolati neri. Ma di sicuro non hanno perso la memoria. Piuttosto che finire nel calderone di Casini, che ricorda un passato non proprio esaltante, preferiscono il purgatorio. Il paradiso può attendere. Con buona pace di Venditti.

 

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