Un parco per El Alamein. Perché tutti possano tutelarne la memoria
Ci sono voluti tre anni di lavoro e 266 volontari che, a proprie spese, hanno compiuto 15 missioni nel deserto egiziano, ma alla fine il “Parco storico del campo di battaglia di El Alamein” è diventato una realtà.
È un progetto ambizioso quello condotto dai ricercatori dell’Università di Padova, in collaborazione con la Società italiana di geografia e geologia militare, la testata telematica www.congedatifolgore.com e l’Associazione nazionale paracadutisti d’Italia, che hanno allestito un percorso storico contrassegnato da 62 cippi distribuiti lungo la linea del fronte e divisi in sette itinerari che attraversano i luoghi più significativi della battaglia. Il primo cippo, donato dalla presidenza della Camera dei Deputati, è stato scoperto nei giorni scorsi dal presidente di Montecitorio Gianfranco Fini, alla presenza di una delegazione di deputati, in occasione delle cerimonie per il 70 anni anniversario della battaglia.
«Il Progetto El Alamein – spiega il responsabile scientifico, Aldino Bondesan, dell’Università di Padova – ha come scopo lo studio, la documentazione e la preservazione del fronte della battaglia, oggi minacciato dall’aumento delle attività di sfruttamento petrolifero e dallo sviluppo urbanistico incontrollato del settore costiero». La salvaguardia del fronte passa attraverso il censimento, la mappatura e il ripristino delle postazioni più significative (finora sono state 2.500 quelle censite e mappate e oltre 600 quelle ripristinate) e, da questo mese di ottobre, anche attraverso visite organizzate al parco storico: 500 i primi visitatori che, nell’ultimo mese, si sono potuti recare nel deserto, con mezzi fuoristrada, e che hanno potuto visitare le trincee e le postazioni riportate alla luce. I dati raccolti dai volontari, che si recano a proprie spese nel deserto egiziano mediamente ogni due mesi, vengono registrati in forma digitale nel Centro di Documentazione Campagna del Nord Africa dell’Università di Padova, affinché siano disponibili sul web. A breve sarà pubblicato un Atlante Storico Geografico che agevolerà la visita sul campo.
Il Parco non gode di finanziamenti statali ed è interamente sostenuto dalle sottoscrizioni di singoli donatori. Chi vuole ripercorrere la storia della battaglia, attraverso la visita di un giorno o partecipando a una missione di ricerca vera e propria, che dura quattro o cinque giorni, potrà contare sull’organizzazione del progetto El Alamein, che opera senza scopo di lucro, tramite i siti web www.siggmi.it o www.congedatifolgore.com.