Un consiglio a Micciché: torni tra i banchi di scuola
Falcone e Borsellino a Palermo sono pressapoco come il mandolino e la pizza a Napoli. Almeno a sentire Gianfranco Micciché, uno dei candidati alla presidenza della Regione Sicilia. Sì perché, se la città partenopea da anni cerca di liberarsi delle solite etichette, anche nell’Isola c’è chi vuole “ripulirsi” cancellando gli stereotipi (a suo giudizio) negativi. Secondo l’«illuminante» pensiero di Micciché, i turisti – quando mettono piede nell’aeroporto di Palermo – ricevono un pessimo biglietto da visita perché s’imbattono immediatamente nei nomi delle due eroiche vittime della mafia: «Non ci si presenta con il sangue». In sostanza, ricordare Falcone e Borsellino è un danno, perché la Sicilia vive soprattutto di turismo. Anzi, «è una scelta di marketing sbagliata». Meglio cambiare nome all’aeroporto, magari con una bella intitolazione ad Archimede. Micciché avrebbe bisogno di rileggere un po’ i libri di scuola. Anche Archimede, infatti, fu ucciso e – secondo la leggenda – al soldato romano che stava per finirlo disse: «Noli, obsecro, istum disturbare» («non rovinare, ti prego, questo disegno»). A Micchichè invece consigliamo di non rovinare la memoria di Falcone e Borsellino con le sue vergognose scelte di marketing. O meglio, consigliamo di non provarci neppure.