Il Pd ora venera un altro totem (per fini elettorali)
A sinistra hanno sempre bisogno di un totem da venerare, di un’entità quasi soprannaturale alla quale legarsi per tutta la vita, salvo poi sconsacrarla e farne uno strumento di campagna elettorale. Per lungo tempo come totem è stata scelta la Costituzione: nessuno osi toccarla, nessuno osi modificarla. Anche quando si parlava di piccole correzioni che non ne intaccavano i princìpi fondamentali, c’era una rivolta fondamentalista, dagli a Satana (Berlusconi) e a chi lo segue. Ora di Costituziione non si parla più. Hanno cambiato totem, la nuova strategia è puntare sullo Statuto dei lavoratori, utilissimo da sbandierare alla vigilia della campagna elettorale manco ci fosse l’intenzione di tagliare la testa a chiunque abbia un’occupazione. «È stato un fatto di civilizzazione epocale», ha detto Bersani. E su questo non ci sono dubbi. Ma il leader del Pd si è affannato anche ad “assolvere” Monti per le sue parole di (piccola) critica: «Sono assolutamente certo che non voleva sollevare un problema, Monti è una persona preziosa per il Paese». Di conseguenza, i “colpevoli” sono i soliti noti perché il governo tecnico fa tutto bene e il Pd si erge a difensore dei deboli. Un copione già scritto. Una risposta, però, Bersani non la dà mai: se fosse utile modificare una virgola allo Statuto dei lavoratori per creare occupazione, perché non pensarci? È inutile attendersi una risposta. Non ci sarà, come non c’è stata quando si voleva modernizzare la Costituzione. Per il Pd quello che conta è la propaganda elettorale.