Cancellieri e Fornero sembrano le mamme di Sparta
Altro che ministre della Repubblica italiana, Annamaria Cancellieri ed Elsa Fornero sembrano le mamme spartane. Quelle davano ai figli lo scudo per andare in guerra con la fatidica frase: «Torna con questo o sopra di questo». O vincitore o morto. Queste usano frasi altrettanto apodittiche sulla ricerca di un posto di lavoro. E lo fanno ridicolizzando l’italica mentalità del posto fisso, già irrisa dalle sagaci battute del premier Mario Monti.
Ieri si è avventurata su questo terreno persino la (finora) simpatica ministra dell’Interno: «Gli italiani sono fermi, come struttura mentale, al posto fisso, nella stessa città e magari accanto a mamma e papà, ma occorre fare un salto culturale». La Cancellieri ha tentato una difesa d’ufficio del premier Monti. «Il mondo moderno – ha spiegato ai microfoni di Tgcom 24 – tende sempre più alla flessibilità, bisogna confrontarsi con il mondo che è cambiato e Monti non voleva mancare di rispetto a chi non ha lavoro, è stata una battuta male interpretata ed enfatizzata». Dalla difesa a spada tratta della Cancellieri, ci si attenderebbe una vita in perenne “mobilità” professionale. Poi vai a leggere il curriculum professionale e scopri che la ministra «supertifosa della Roma» (se a professarsi tifosi di Totti sono Gasparri o Storace diventano “trash”, se lo fa un ministro montiano è “trendy”) il “posto fisso” e, per di più statale, ce l’ha da quando aveva 19 (leggasi diciannove) anni. Tra l’altro in una sede mica tanto precaria (la presidenza del Consiglio dei ministri). C’è da capirla, dopo che i media della propaganda governativa l’hanno ritratta con sprezzo del ridicolo, verrebbe a tutti di montarsi la testa. In tv le interviste melassate di Fabio Fazio, sui giornali una campagna d’adulazione imbarazzante. Lo sapete che a Bologna era «il prefetto di ferro col guanto di velluto?», ha scritto Liana Milella su Repubblica. Per non essere da meno, Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera se n’è quasi innamorato fisicamente scrivendo che la Cancellieri «ha una certa somiglianza con Katia Ricciarelli».
Lacrime e sangue (non per loro)
Alla Cancellieri, che se l’è presa soprattutto con «la struttura mentale» di questi italiani, indolenti e attaccati alla gonna di “mammà” verrebbe da domandare come ha educato (anzi, addestrato) la prole. Da una madre di simile tempra verrebbe da immaginare un figlio arruolato nella Legione straniera, nelle truppe da sbarco San Marco. Almeno, nel caso di una vocazione pacifista, impegnato in Darfur con i volontari di “Emergency”. Niente di tutto questo: il più noto dei due figli della Cancellieri, Piergiorgio Peluso, 43 anni, è un supermanager. Oggi è direttore generale di Fondiaria-Sai, dopo avere lavorato in Unicredit. Buon per lui, il problema del “posto fisso” non l’ha mai avuto. Come non ha mai avuto necessità di spostarsi all’estero (se non per un master a Londra). Anzi, da buon romano la sua carriera (una supercarriera) la condotta tutta all’interno del Grande raccordo anulare. Quindi proprio la ministra Cancellieri – che il “posto fisso” ce l’ha da quando aveva 19 anni ed è in pensione dal 2009 – si avventura nella retorica degli italiani bamboccioni?
Su questo terreno è scivolata anche il ministro del Welfare Elsa Fornero tornando sull’imminente riforma del mercato. «Non ci si può più permettere un posto fisso a vita», ha insistito Fornero sottolineando che oggi il mercato del lavoro è segnato da una dualità, tra chi è iper garantito e chi non ha tutele. «Uno degli scopi di questo governo è spalmare le tutele». Un’altra mamma spartana. «La signora del rigore», come l’ha definita il quotidiano di De Benedetti, ci spiega che ci aspettano lacrime (e su questo la signora ha già dato di suo) e sangue (il nostro). Ovviamente dopo questa mirabile presa di posizione la domanda che si sono posti tutti è stata: i figli della Fornero che lavoro fanno? Silvia Deaglio, figlia di Elsa e di Mario Deaglio, noto economista e giornalista a soli 37 anni, è già professore associato alla facoltà di medicina dell’Università di Torino oltre ad essere anche responsabile della ricerca presso la HuGeF, una fondazione che si occupa di genetica, genomica e proteomica umana. La notizia è facilmente verificabile sul sito internet dell’università di Torino. I dati della baby Fornero compaiono sotto quelli di suo padre. Niente di illegale o di scandaloso, ma almeno risparmiateci la retorica.
Il “posto fisso” di Giovanni Monti
In casa del premier le cose non sono andate diversamente. Deve essere stata una vita difficile anche per il figlio di Mario Monti. Per temprare il giovanotto, il draconiano professore ha costretto il figlio Giovanni, a studiare nella stessa università dove era rettore (la Bocconi di Milano). Ovviamente in Economia, perché certe competenze sono praticamente nel Dna. A 39 anni, Giovanni può vantare anche lui un curriculum da supermanager. Tuttavia, da quando il papà è presidente del Consiglio, ha preferito cancellare dal web ogni traccia del suo passato accademico e professionale. Scelta che non è sfuggita al popolo della Rete. In tanti si sono chiesti il motivo di questa decisione. Che cosa c’era da cancellare nell’attività professionale del rampollo di casa Monti? Intanto, l’ultima notizia ufficiale lo dà dimissionario dal primo gennaio 2012 dall’incarico dirigenziale che ricopriva in Parmalat. Vuoi vedere che il discorso del premier sulla “monotonia” del posto fisso era dedicato a parziale consolazione di Giovannino?