100 sciacalli uccidono un leone
La politica – nell’era dei media pervasivi – è trenta per cento fatti e settanta per cento immagine. Chi non riesce a tutelare la propria immagine ha perso. E l’immagine non è la realtà ma, appunto, una sua proiezione. La sinistra ha teorizzato la demonizzazione dell’avversario fino alla damnatio memoriae già all’inizio del Novecento. Le tecniche per disonorare, diffamare, calunniare, sono state coltivate per più di cento anni e coniugate con sempre più moderni e potenti mezzi di comunicazione. La sinistra tecnocratica ha il controllo dell’informazione: ha buona parte delle televisioni (due reti Rai, Sky, La7) ma soprattutto ha il controllo del web e del novanta per cento dei quotidiani. La sinistra tecnocratica è una realtà planetaria, che parte da lontano e arriva ovunque. Fare opinione è lo strumento della democrazia. Gli elettori non possono avere conoscenza dei fatti se non attraverso i media. Gestire i fitri esistenti tra i fatti e chi si vuole informare è un potere immenso. Non c’è un uomo che possa sopravvivere a un attacco mediatico continuo e concentrico. Contro mille voci calunniose una voce di verità non può che soccombere. E non rimarrà nemmeno la gloria, perché ormai anche la storia si falsifica in diretta. L’omertà sulle Foibe insegna. Nei libri di storia è già scritto che Berlusconi controllava l’informazione in Italia. Ed è l’informazione che lo ha abbattuto. Ora lo stesso esercito si concentra contro Alemanno, perché la sinistra non ha mai sopportato di aver perso Roma.