Primo corteo anti-Monti: uova contro le banche

27 Gen 2012 20:38 - di

Alla fine è stata del 32 per cento l’adesione dei lavoratori allo sciopero di 24 ore proclamato da molti sindacati trasporti a Roma. A rilevarlo, alle ore 15, l’Atac. Lo rende noto l’Agenzia per la Mobilità di Roma. Nelle altre città non è andata meglio: a Napoli, addirittura l’adesione è stata appena del 20 per cento, mentre a Torino, al contrario, si sarebbe arrivati oltre al 50. In ogni caso, almeno a Roma, termometro di tutte le manifestazioni sindacali, poteva andare meglio: ci sono stati i disagi per i cittadini ma non accompagnati dal successo dell’agitazione. Ha funzionato tutto e male (come peraltro capita anche nei giorni non interessati da scioperi): metro, bus, treni, tram e quant’altro. Addirittura la metro funzionava ma le scale mobili no: così imparate.
Il corteo si è svolto senza particolari incidenti, a parte il lancio di uova, fumogeni, e un simpatico rogo con la bandiera europea, gesto certo antipatico, ma che la dice lunga sullo stato d’animo dei lavoratori. Ma com’è che contro Monti non ci sono state le devastazioni selvagge che c’erano ai tempi di Berlusconi? Chissà…
Il corteo dei lavoratori, partito in mattinata piazza della Repubblica, è arrivato due ore dopo in piazza San Giovanni. Alcuni manifestanti all’arrivo hanno acceso diversi fumogeni di color rosso. «Questo è il primo sciopero generale fatto contro il nuovo esecutivo Monti – hanno gridato i manifestanti da un palco allestito su un tir (in sciopero anch’essi) – è ora di dire basta perchè il governo non deve più spremerci. Basta ad attacchi a lavoratori e pensionati». I manifestanti si sono poi esibiti in un composto lancio di uova e fumogeni all’assessorato delle Politiche sociali di Roma. Alcuni manifestanti hanno lanciato delle uova davanti l’entrata dell’assessorato accompagnandole da un fumogeno arancione. Durante il corteo anche diverse banche sono state prese di mira dal lancio di uova. Poi c’è stato l’episodio della bandiera europea: a dare fuoco al simbolo i lavoratori in sciopero nazionale. «Basta alla triade Monti. Merkel, Sarkozy – ha detto uno di loro –. Queste persone non fanno altro che peggiorare la nostra vita. Devono andarsene a casa tutti».
Ma non mancavano risvolti goliardici: un’enorme cassaforte in piazza e la Banda Bassotti formata da Monti, Draghi e Merkel con tanto di bottino e sacchi pieni di euro. Si sono travestiti così alcuni lavoratori precari del comune di Firenze per indicare chi sono per loro «i veri colpevoli della crisi». I manifestanti, travestiti da personaggi della Disney, e con le foto di Mario Monti, Mario Draghi e Angela Merkel, attaccate sui loro petti, hanno sfilando nel corteo: «Ci siamo travestiti così perché loro sono la Banda Bassotti dell’Europa – ha commentato un precario – sono loro che ci hanno messo in ginocchio e continuano a farlo. Questa crisi noi non la paghiamo». Altri sono scesi in piazza vestiti con buste nere per l’immondizia per dire a Monti che «sono lavoratori e non sono da gettare via». Erano circa 150 gli operatori di pulizia delle scuole arrivati da tutta Italia a Roma per partecipare al corteo organizzato da diverse sigle sindacali. «Profumo? Continuiamo a sentire la solita puzza…». Questo lo striscione dietro cui hanno sfilato decine di lavoratori ex Lsu: «Ci hanno tolto ore lavorative – si è lamentato uno di loro – e ora vogliono toglierci anche i diritti come quello delle ferie. Non si capisce nulla e tra un po’ ci metteranno tutti in cassa in deroga. Con Monti doveva cambiare qualcosa in meglio ma ci sa tanto che troveremo solo di peggio». Da uno spezzone del corteo è stato urlato: «Libertà per i compagni della No-Tav». Dai microfoni della protesta gli organizzatori dello sciopero hanno chiesto al governo di scarcerare i manifestanti No-Tav arrestati: «Libertà per tutti loro. Le lotte non si arrestano» hanno detto tra gli applausi della folla.
Ma i “duri” (si fa per dire) del corteo ce l’avevano in particolare con le banche e i banchieri: «Via il governo di banchieri. No ai diktat dell’Unione europea. No all’attacco al lavoro e alle pensioni». Questo uno degli striscioni, portato in mano da alcuni manifestanti, che riassume al meglio i motivi della loro protesta. Sono tanti i cartelli mostrati dai lavoratori giunti nella capitale da ogni parte d’Italia: «La crisi è vostra, la lotta è nostra», «Riprendiamoci i nostri diritti», «Tutti insieme alziamo la testa contro i licenziamenti, la precarietà e la disoccupazione». A colorare il corteo c’erano le migliaia di bandiere rosse e gialle dell’Unione sindacale di base.
Per i romani come al solito si è trattato un venerdì, se non proprio nero, almeno molto scuro: trentuno le linee deviate durante la mattina. Per tutta la giornata i varchi della zona a traffico limitato non erano attivi. L’accesso alle zone del centro storico è stato consentito per evitare ingorghi al traffico.

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