La Fornero (ri)piange per il suo Savonarola
Le lacrime le scendono sul viso come nelle scene più toccanti dei film. È considerata l’ultima dei “piagnoni” che, nella storia, sono ricordati come i seguaci del Savonarola, il frate domenicano che sosteneva la necessità di una riforma della Chiesa tutta tesa all’austerità religiosa. Anche lei, la “ministra” Elsa Fornero, parla di austerità, ma stavolta economica. Un’austerità che finisce per colpire la gente comune proprio all’indomani della cacciata della tirannia signorile, un po’ come avvenne alla fine del Quattrocento. Nel frattempo lei piange. La scena è sempre la stessa: lo sguardo un po’ perso nel vuoto, le dita delle mani che si incrociano, tanto imbarazzo. L’ha fatto alla conferenza stampa in cui chiedeva «sacrifici» ai pensionati. L’ha fatto anche ieri, in una circostanza diversa, mentre assisteva alla cerimonia allestita alla Camera in occasione della pubblicazione dei discorsi parlamentari di Beniamino Andreatta. La rappresentante del Welfare è uscita dalla sala e con i cronisti ha confessato di essere stata molto toccata dalle parole di Andreatta che sono state ricordate durante la cerimonia. Si è commossa? «Io mi commuovo una volta al mese», ha detto la ministra, cercando di buttarla sullo scherzo. Già, è stata solo «toccata», tutto qui. Sotto sotto, quindi, si è commossa di nuovo. E i conti non tornano: ha detto che si commuove una volta al mese e invece dalle ultime lacrime sono passati appena dieci giorni. Evidentemente è lo stress. Fortuna vuole che non faccia parte del governo Berlusconi, altrimenti sarebbe stata tagliata a fette dai grandi giornali anche se, in verità, le sue lacrime facili non sono sfuggite all’occhio attento del web. Su facebook, maledetto facebook, è una gara a chi mette la vignetta più dissacrante o a chi fa la battuta più sarcastica. Il tutto per essere leale al suo Savonarola, che è non il frate domenicano dei “piagnoni” ma nientepopodimeno che il professore Mario Monti.