In politica ci vuole coraggio

31 Ago 2011 21:31 - di

Doveva essere una manovra epocale. La crisi senza precedenti che dall’estremo occidente ha investito come uno tsunami il nostro continente è una crisi di sistema. In Italia ha reso evidente a tutti che la nostra stessa struttura sociale e istituzionale è ormai obsoleta e inadatta. Quindi, per arrestare una deriva depressiva e debitoria iniziata quaranta anni fa, era necessario fare scelte coraggiose e riforme a lungo attese. Ma le riforme si fanno quando si è forti, quando si ha il consenso e la vittoria è recente. Cioè a inizio legislatura e mai come nel 2008 il centrosinistra ha avuto l’occasione di cambiare il volto dell’Italia. In Italia – si è spesso detto – non esistono poteri forti. E il meno forte appare quello politico-parlamentare, sgretolato forse in maniera irreparabile da una banale campagna di stampa antipolitica. Il potere di fare è quindi subordinato al potere di non-far-fare di corporazioni, lobby, sindacati, associazioni, gruppi editoriali. In un’Italia in cui tutti dicono che bisogna cambiare tutto, in realtà non si ha il coraggio di cambiare nulla. Ma i sondaggi – dirà qualcuno – ci danno in calo! Bisogna recuperare il consenso! Ma se il consenso l’abbiamo perso tanto vale fare scelte coraggiose, tanto peggio non può andare. E non sarà certo stando attenti a non pestare i piedi a nessuno che risaliremo nei sondaggi. La crisi non passerà e le riforme strutturali si faranno ancora più impellenti. Noi saremo più deboli e lo scontento maggiore.

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