Ritorno al futuro
L’aveva detto Buttiglione, oggi lo dice Cesa: un nuovo Polo di centrodestra? Se ne può parlare. A Mirabello, giovedì sera, allo stesso tavolo sedevano il senatore Viespoli e Silvano Moffa, con i ministri dimissionari Urso e Ronchi, tra i fondatori del Fli, e con il ministro Rotondi e esponenti di primo rilievo del Pdl. La discussione è rapidamente scivolata sulla necessità e possibilità di tirare una riga e ripartire tutti insieme, ognuno preservando il proprio percorso, da sublimare e sintetizzare in una nuova esperienza. Che tipo di esperienza? Ma il centrodestra, è ovvio. Quello che tutti insieme volevamo creare per dare risposta alla pressante richiesta di rappresentanza che ci rivolse la piazza dell’ormai mitico 2 dicembre del 2006. Molte cose non hanno funzionato, ma la richiesta dell’elettorato è ancora la stessa e la possiamo soddisfare solo noi. Venerdì, nella sua prima uscita da segretario sempre a Mirabello, Alfano ha rilanciato l’appello, a tutte le forze che si riconoscono nei valori fondanti di quel centrodestra, a costituire un tavolo da cui far rinascere quel grande fronte popolare che si costituì spontaneamente dopo l’ascesa al potere di Prodi. Urso e Ronchi hanno risposto uscendo dal Fli. Si è aperto un nuovo confronto per superare una fase e tornare a far vincere l’Italia? Non è solo questione di uomini o di gruppi parlamentari. Quella piazza non troppo lontana ci fece capire che il popolo è sempre un passo avanti rispetto a chi lo rappresenta. Il centrodestra è molto più grande della somma delle sue parti.