Il Pd si mette di traverso: e dove sta la novità?
Forse una cosa non è ben chiara a Pier Luigi Bersani: le sue parole, per l’ennesima volta, sono né più né meno che non-notizia. La “grande” e rivoluzionaria decisione presa sulla manovra, diffusa dalle agenzie di stampa con tanto di stellette (vengono messe quando si tratta di un lancio importante) è pressapoco questa: «Non ci stiamo e in tutti i modi ci metteremo di traverso». Che novità, c’è da chiedersi però quando il suo partito non si sia messo di traverso nel corso della legislatura, quando abbia detto che un provvedimento del governo, sia pure per puro caso o per uno scherzo del destino, non era da buttare nell’immondizia. Eppure lui, il leader dell’opposizione che si rimbocca le maniche sui manifesti, insiste. È consapevole, almeno a chiacchiere, che la questione dei conti pubblici non è secondaria, dice che occorrono le riforme (quali?), insiste col rigore ma alla fine accusa Palazzo Chigi di non avere cuore. Sembra di assistere alle solite repliche che la tv trasmette nella stagione estiva, mandando in onda le fiction di un mese o due mesi prima, stesse immagini, stesse frasi, stesse scene. E le stesse scene le offre pure la piazza, che si mobilita prima ancora di conoscere i contenuti della manovra. Ieri le prime prove tecniche: un corteo “spontaneo” alla scalinata di Trinità dei Monti, i manifestanti dell’Usb (a sinistra della Cgil) hanno “scavalcato” i turisti urlando contro Berlusconi («dimettiti») e contro chi ha messo a punto la manovra («siete ladri di futuro»). Anche qui il copione è quello di sempre, tutti sono alla ricerca di protagonismo. Ma quando matureranno politicamente?