L’apertura di Buttiglione va presa sul serio
Tralasciando le prevedibili critiche al governo in carica, nell’intervista rilasciata al Secolo d’Italia Rocco Buttiglione fa alcune affermazioni importanti che meritano di essere sottolineate e rilanciate. Buttiglione dice infatti che «più passa il tempo e più mi convinco che alle prossime elezioni in campo rimarranno due poli. E uno sarà quello dei moderati». Prevede quindi «un rimescolamento che ridia unità a moderati e cattolici», mentre per la sinistra prevede che i filoni più estremi si uniranno alle componenti riformiste del Pd, creando un miscuglio caratterizzato dalla prevalente presenza degli ex Pci.
Sono considerazioni, queste, che mandano in archivio la politica di Terzo Polo alla quale teoricamente il partito di Buttiglione, l’Udc, si richiama quotidianamente. Credo che prenda atto con realismo che la tendenza bipolare non solo resta prevalente, ma costituisce anche un riferimento positivo nella dialettica politica italiana.
Sono temi che anche l’imminente Consiglio nazionale del Popolo della libertà deve discutere. Senza personalismi, ma in un’ottica strategica. L’unità delle forze liberali, cattoliche, riformatrici, nazionali, è un obiettivo che il Pdl persegue guardando al suo futuro e facendo un forte riferimento all’appartenenza al Partito popolare europeo. Ben venga quindi il Buttiglione che archivia il Terzo Polo e ritorna bipolare. La strada da percorrere non è breve né semplice. E ci sono sul nostro cammino questioni sulle quali noi e Buttiglione abbiamo opinioni diametralmente diverse. Ma il ritorno di Rocco sulla via del bipolarismo va comunque salutato con gioia e soddisfazione. Se questa via la percorreremo in tanti, la sinistra resterà stabilmente e perennemente all’opposizione in Italia.