La pornoattrice democrat da “indignata” a epurata
Stiamo dalla sua parte. Dalla parte della ragazza di San Miniato fatta fuori da quei bacchettoni del Pd perché qualche invidioso ha postato su Facebook un pornazzo appena uscito raffrontando la formosa bionda con la segretaria del Pd locale. Era proprio lei la componente dell’assemblea nazionale dei Giovani democratici, la responsabile dei diritti civili dei giovani pisani.
È scontato stare dalla sua parte, per questo evitiamo di riportare il suo nome, anche se i dirigenti del Pd hanno fatto di tutto per lasciarla identificare fornendo persino notizia che si è laureata da pochi giorni. Quei neopuritani del Partito democratico l’hanno epurata di punto in bianco. L’hanno cancellata da tutti gli incarichi, da un giorno all’altro (ma Google tiene in memoria tutto) solo perché fuori dalla sezione di San Miniato dopo aver parlato di legittimo impedimento, legge elettorale e democrazia partecipativa, si dava al bunga bunga, quello doc, con tanto di telecamere a immortalare le gesta.
Certo, il profilo della nostra si presta a inevitabili ironie. Indignata in servizio permanente effettivo, in prima fila per la difesa dell’immagine della donna. Venticinque anni, fresca di laurea in lettere, forte del suo incarico di responsabile dei diritti civili dei Giovani democratici pisani, era fortissima nelle lezioni di etica, ai limiti del bigottismo. Uno dei suoi ultimi comunicati (aveva già girato il film?) era stato ovviamente contro lo stile di vita di Berlusconi: «Ha oltrepassato ogni limite con lo scandalo Ruby, uno scandalo che ancora di più mostra al Paese e al mondo che tipo di uomo sia: un maschilista, che classifica le donne in base alla maggiore o minore prestanza fisica e “disponibilità”…» E ancora: «Le notti di “bunga bunga”, sono offensive e vanno a ledere la dignità di altri esseri umani». Per concludere: «Noi ci indigniamo perché vogliamo lottare fino all’ultimo per rimanere nella nostra Italia e vogliamo poter credere che l’unione nella vita con una persona sia frutto di un sentimento sincero e non di una sporca logica imprenditoriale». A firmarlo, la nostra protagonista a nome di tutti i Giovani democratici di Pisa. Chissà se ha esternato le stesse tesi anche ai proprietari della “Cento per cento”, la casa di film hard che ha commercializzato il video. La nostra protagonista è sulla copertina con tanto di mascherina colorata, in un video dal titolo profetico: È venuta a saperlo mia madre. Del resto, si sa, i produttori di film porno lo fanno per ragioni umanitarie e non per “una sporca logica imprenditoriale”. Come pure si presta a qualche ironia, riletto adesso, il post sul sito dell’Unità. Da una parte c’è Concita De Gregorio con l’accorato invito alla mobilitazione per la manifestazione “Se non ora quando?”: «Sono sicura – scrive la direttora non ancora in odore di addio – so con certezza che la maggior parte delle donne italiane non è in fila per il bunga bunga. Sono certa che la prostituzione consapevole sia scelta, se scelta a queste condizioni si può chiamare, di una minima minoranza. È il momento di rispondere forte: dove siete ragazze? Madri, figlie, nipoti, dove siete?». La nostra eroina, a gennaio, quando lascia il suo post è ancora una puritana, quasi come Rosy Bindi. Tanto da scrivere tutto in maiuscolo: «Sono una donna, cittadina italiana, e mi ritengo offesa da come il capo del governo tratta il genere femminile». Con l’occasione avrebbe potuto dare informazioni di prima mano su come i produttori hard trattano le attrici. Evidentemente la mascherina ancora non era stata tolta.
Ma quel che colpisce sono le reazioni interne al partito. La goliardata poteva finire con un’alzata di spalle e una risata, magari con un party al quale invitare i compagni di sezione, stavolta senza telecamere. Invece si è trasformata in uno psicodramma. E se il capogruppo comunale Simone Giglioli parla di una «frittata già fatta», dopo aver sperato che la cosa che da giorni si sussurrava non venisse fuori, il sindaco della cittadina, storicamente amministrata dal centrosinistra, si mostra paterno. E infatti Vittorio Gabbanini dice di parlare prima da padre e che da sindaco: «È una brava ragazza e l’importante è che capisca di aver commesso una leggerezza». Nessuna sospensione, ha commentato un dirigente, ma «la ragazza ha convenuto che era meglio rassegnare subito le dimissioni, è giusto e doveroso che abbia fatto un passo indietro. Sarebbe stato impossibile, per lei, oggi presiedere senza imbarazzo una riunione di sezione». Imbarazzo a cui non sfugge Matteo Trapani, segretario dei Giovani democratici di Pisa: «Io non la vedo da parecchio tempo. Ormai quella lì non fa più attività politica». Eppure il 21 maggio doveva essere relatrice a un convegno con Paola Concia. «È saltato perché la Concia aveva da fare a Roma». In una nota il Pd locale difende la ragazza definendo «disgustoso» il clamore. Per poi aggiungere: «Ha diritto di essere lasciata in pace e semmai aiutata da persone amiche e solidali a riflettere sulle proprie scelte». Roba da gerarchi sovietici. Paola Concia, se ci sei batti un colpo!