Oristano, trovato il cadavere di Manuel: i 5 fermati confessano dettagli raccapriccianti

17 Ott 2018 15:02 - di Martino Della Costa

Le ricerche sono andate incessantemente avanti per giorni e giorni, senza esito fino a questa mattina, quando il corpo senza vita di Manuel Careddu, il 18enne di Macomer (Nuoro) ucciso a badilate probabilmente la sera stessa della sua scomparsa (l’11 settembre scorso), è stato rinvenuto nelle campagne di Ghilarza (Oristano), sepolto in una buca a circa mezzo metro di profondità in un terreno in uso a un parente degli arrestati, accanto a un muretto a secco. Ad oggi sono cinque le persone finite in manette con l’accusa di aver ucciso il 18enne sardo, tra i quali due minori, un ragazzo e una ragazza, che sarebbe la maggior indiziata di aver organizzato la trappola mortale per Manuel.

Delitto di Oristano, ritrovato il cadavere di Manuel

Dunque, fine delle ricerche: stamani, come ormai da una settimana, i Carabinieri del Comando Provinciale, con i colleghi dei cinofili e dello Squadrone eliportato Cacciatori di Sardegna e il Nucleo Subacquei di Cagliari, hanno ripreso a perlustrare una precisa zona intorno al lago con la speranza di trovare i resti del povero 18enne e dargli una degna sepoltura. Ma anche per avere risposte dall’autopsia che potrebbe chiarire alcuni dei tanti punti oscuri di questa macabra vicenda che ha sconvolto il Marghine e il Guilcer. L’indagine parte da un punto fermo acquisito dagli inquirenti al lavoro sul caso: il giorno della sua scomparsa – presumibilmente lo stesso in cui sarebbe stato ucciso – Manuel aveva raggiunto la stazione del pullman di Abbasanta (Or) da Cagliari, dove probabilmente si era recato per acquistare piccole quantità di hashish da rivendere nel Guilcer. Lì aveva un appuntamento con un gruppo di ragazzi con cui doveva sistemare un credito per una piccolissima partita di droga non pagata, meno di 500 euro. Attratto in trappola è stato invitato a salire su un’auto verso il lago Omodeo, e lì, con cinica furia omicida, è stato massacrato dal branco.

I 5 giovani in manette confessano e rivelano dettagli raccapriccianti

Le possibilità di ritrovarlo in vita si affievolivano ogni giorno che passava, e a ciò si aggiungevano – fino a stamattina – le difficoltà del ritrovamento del cadavere, complice anche il fatto che le indicazioni che i Carabinieri avevano fin qui ottenuto negli interrogatori dei 5 si erano rivelate infondate o del tutto inutili. Eppure il cerchio intorno ai presunti responsabili del delitto si è stretto tempestivamente intorno a giovani fermati: tanto che, appena dopo aver sentito un dialogo captato con una microspia inserita nell’auto del padre di un dei cinque arrestati, i Carabinieri del Nucleo investigativo del Comando Provinciale di Oristano, sono andati in Procura e hanno ottenuto i mandati di arresto per i 20enni Matteo Satta, Christian Fodde e Riccardo Carta e dalla procura dei minori per C.N. e la ragazzina G.C. Messi sotto torchio i cinque hanno confessato, con dettagli raccapriccianti, e pare che volessero uccidere ancora. Il condizionale è d’obbligo perchè i Carabinieri e la Procura di Oristano, dinnanzi ad un caso così delicato, hanno innalzato una cortina di riservatezza impenetrabile.

 

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