Il predicatore islamico che invoca la sharia ed elogia l’Isis torna libero (video)

20 Ott 2018 11:46 - di Fortunata Cerri

Ha elogiato i terroristi dell’11 settembre, giustificato la strage a Charlie Hebdo e invocato l’adozione della sharia nel Regno Unito. Anjem Choudary, il predicatore islamico radicale, ex portavoce di Islam4UK e fondatore dell’organizzazione salafita Al-Muhajiroun, entrambe fuorilegge in Gran Bretagna, l’uomo che si è sempre rifiutato di condannare gli attentati di Londra del 7 luglio 2005 con 52 morti, 700 feriti, adesso è un uomo libero. Sarà sottposto a libertà vigilata. L’avvocato di 51 anni nato e cresciuto in Gran Bretagna è di origini pachistane e nel corso degli anni coi suoi sermoni ha indottrinato migliaia di giovani inglesi: secondo le stime in 500 sono partiti per Irak e Siria. Choudary ha lasciato dopo due anni la prigione di massima sicurezza di Durham (Nord-Est dell’Inghilterra), in cui ha scontato metà della condanna a cinque anni e mezzo per proselitismo e promessa di fedeltà all’Isis.

Predicatore islamico, le misure restrittive

Per la sorveglianza del predicatore islamico saranno impiegati oltre due milioni di euro. In attesa del ritorno a casa, a Choudary saranno imposte venticinque condizioni: il divieto di lasciare il Paese senza autorizzazione, di usare un telefono dotato di connessione Internet senza il via libera delle autorità, di predicare o frequentare alcune moschee e persino di parlare con i bambini. L’uso del web potrà avvenire solo sotto controllo, vietato rilasciare dichiarazioni pubbliche e interviste ai media.

Ed è questo uno dei punti cruciali delle misure restrittive. Perché Choudary, come ricorda il Giornale,  ha fatto gran parte dei suoi proseliti durante le comparsate televisive sui grandi network e con i video online, dove è diventato una star “pro-sharia”. Quattro dei dieci filmati di integralisti islamici più visti di Youtube sono suoi, con il paradosso che il motore di ricerca Google lo inserisce tra i musulmani “illustri” con il sindaco di Londra Sadiq Khan e il ministro dell’Interno Sajid Javid. Perciò l’ex vice-commissario di Scotland Yard, Mark Rowley, ha puntato il dito contro i Big della Rete che hanno dato al predicatore d’odio un pulpito per promuovere «contenuti controversi invece che informazioni accurate».

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