Stupro di gruppo in Spagna, anche le suore di clausura partecipano alla protesta (video)

28 Apr 2018 15:20 - di Redattore 89

Migliaia di persone sono scese in piazza, in tutta la Spagna, per protestare contro la sentenza del tribunale di Navarra che ha condannato per «abuso» e non per «aggressione sessuale» i cinque autori di uno stupro di gruppo su una ragazza di 18 anni. La sentenza, grazie alla quale agli stupratori è stata comminata una pena di 9 anni invece che di 20, è stata emessa alla luce del fatto che contro la giovane non vi sarebbero state né intimidazione né costrizione ovvero che la ragazza non si sarebbe opposta alla violenza. Inoltre, per i giudici, uno dei quali si è espresso per la assoluzione, ha avuto un peso anche il fatto che la ragazza avesse bevuto della sangria. Tanto la procura quanto la vittima hanno annunciato ricorso e lo stesso governo si è schierato contro la sentenza.

Video

Lo stupro di gruppo fu consumato due anni fa, in occasione della festa di San Firmin a Pamplona. La ragazza, madrilena, è stata avvicinata dai suoi aguzzini sivigliani e violentata pochi minuti dopo. I cinque, di età compresa tra i 27 e i 29 anni, fra i quali un poliziotto e un militare, oltre a stuprare la 18enne, hanno filmato l’episodio e lo hanno postato su un gruppo di Whatsapp, vantandosi di quello che avevano fatto e riferendosi a loro stessi come a “la manada”, il branco. La ragazza fu ritrovata il giorno dopo in strada, in posizione fetale. Quando raccontò alla polizia cosa le era accuduto, spiegò di non aver avuto la forza di reagire: era rimasta paralizzata per la paura e per l’orrore. La difesa dei cinque stupratori, però, ha presentato quella “passività” come una forma di consenso e i giudici spagnoli hanno accolto quella tesi, di fatto spostando la responsabilità del crimine da chi lo commette alla vittima che non riesce a ribellarsi.

Per quanto assurda possa sembrare, la vicenda spagnola non rappresenta affatto un caso isolato. Qualche tempo fa ha destato enorme sconcerto l’assoluzione, in Francia, di un 22enne che aveva violentato una bambina di 11 anni: il proscioglimento era stato motivato proprio col fatto che la bimba non si era opposta e quindi andava considerata consenziente. Solo dopo questo caso e dopo la sollevazione dell’opinione pubblica che ne è scaturita, la Francia ha cambiato la legge, per lo meno in fatto di sesso con minori: prima non esisteva alcuna indicazione sull’età del consenso, ora è stato finalmente fissato un limite – 15 anni – sotto il quale non si può andare e il rapporto è considerato in ogni caso reato.

È probabile che ora il caso della ragazza violentata a Pamplona imprima una accelerazione alla modifica della legge in Spagna: il ministro della Giustizia Rafael Catalá ha già sollecitato a una commissione ministeriale una revisione della legge sui reati sessuali. Una presa di posizione fortemente sostenuta dall’opinione pubblica spagnola. Oltre alle protesta di piazza, infatti, si registrano anche una petizione online, che ha già raccolto oltre un milione di sottoscrizioni, e una mobilitazione che investe davvero tutta la società: perfino le suore di clausura, le carmelitane scalze del convento della cittadina basca di Hondarribia, sono intervenute. «Noi – si legge sulla pagina Facebook delle suore – viviamo in clausura, indossiamo un abito fino alle caviglie, non usciamo di notte, non andiamo alle feste, non beviamo alcool e abbiamo fatto voto di castità». «È una scelta che non ci rende migliori o peggiori di altri, anche se paradossalmente ci rende più libere e felici di tanti. E proprio perché è una scelta LIBERA (maiuscolo nel post, ndr), difendiamo in tutti i modi il diritto di tutte le donne a fare LIBERAMENTE il contrario senza che siano giudicate, violentate, minacciate, assassinate o umiliate per questo», hanno scritto le suore, concludendo il messaggio con la formula «sorella, io ti credo», che in questi giorni è stato lo slogan della protesta.


 

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