Il treno deragliato? Un altro regalino della Ue: «Bruxelles ci vieta il sistema anti-svio»

26 Gen 2018 14:15 - di Monica Pucci

Pioltello come Viareggio, nel 2009. Un deragliamento causato, o comunque non evitato, per colpa dei burocrati europei che impediscono l’adozione di misure di sicurezza adeguare, come il cosiddetto anti-svio. La denuncia arriva al Fatto.it dall’Agenzia nazionale per la Sicurezza ferroviaria, anche se Rfi nega che quel meccanismo sia obbligatorio. E in effetti, purtroppo, non lo è. È una soluzione conosciuta da almeno dieci anni, ma per legge non deve essere messa sui treni itaiani. «Nel 2014 – spiega Il Fatto – il  Consiglio d’Europa ha stabilito di mantenere l’adozione su base volontaria, una posizione che aveva mandato su tutte le furie l’allora direttore dell’Ansf Alberto Chiovelli, che, prima di chiudere il suo mandato, aveva scritto una durissima relazione in cui accusava l’Italia di essere lenta ad accogliere i suggerimenti di Ansf per la sicurezza, ma anche l’Europa, colpevole di lasciare all’iniziativa delle singole aziende». 

Anche a Viareggio, il 29 giugno 2009, nella tragedia causata dal deragliamento di un treno merci che trasportava gpl e che provocò 32 morti, quel meccanismo di protezione dalla fuoriuscita dealle rotaie sarebbe risultato determinante. Anche perché il rilevatore di deragliamento (dispositivo “antisvio“), costa solo mille euro. Quaranta giorni prima della strage di Viareggio, l’Agenzia Ferroviaria Europea aveva deliberato di non renderli obbligatori ed è rimasto tutto così da allora. Ora pare ci sia dati un’altra scadenza, il 2019: ce la faremo?

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