Il debito pubblico ci schiaccia e Gentiloni parla di un’Italia che non c’è

15 Nov 2017 16:26 - di Tito Flavi

Ci sarà pure un motivo se la Commissione europea continua a non fidarsi del governo italiano nonostante l’ottimismo di maniera ostentato da Gentiloni e Padoan. Il fatto è che lo striminzito aumento del Pil (l’1,8 % , decisamente al di sotto della media europea del 2,5) non riesce a compensare la crescita mostruosa del nostro debito pubblico, che ha raggiunto la cifra record di 2.283,7 miliardi (in aumento di 4,4 miliardi rispetto al mese precedente), come ha certificato oggi Bankitalia. Padoan si è affrettato subito a rassicurare tutti, parlando di «diminuzione aggressiva» prossima ventura. Ci sarà – sostiene – «un calo deciso del debito in un prossimo futuro» grazie alla più alta crescita del Pil nominale. Sono anni che il titolare del Mef prova a dire che non c’è problema sul debito. Ma si è guardato bene dal dire che l’attesa degli investitori (che porterebbe a un rapido aumento del tasso d’interesse sui titoli pubblici) è stato finora limitato dalla liquidità garantita dalla Bce. Però questa opportunità non durerà a lungo. E c’è da rammaricarsi non poco al pensiero che questa favorevole congiuntura non sia servita né a Renzi e né a Gentiloni per aumentare sensibilmente il Pil e per ridurre adeguatamente il debito.

Chi appare ancora più fuori la realtà è il premier Gentiloni, che oggi racconta un Paese che non c’è per rispondere alle critiche di Bruxelles: «Si parla molto di rimproveri europei ma noi dobbiamo migliorare la situazione del deficit italiano. Si sono fatti passi in avanti. La crescita accelera. Chi non lo vede dovrebbe rendersi conto che non è così perché non siamo più il fanalino di coda. Da ieri non lo siamo più». Non siamo più il “fanalino di coda”? Il premier fa finta di ignorare le tabelle del Pil nei singoli Paesi europei, una classifica che ci assegna ancora la maglia nera insieme a Belgio e Danimarca. Forse Gentiloni farebbe meglio ad ascoltare il consiglio del vicepresidente della Commissione Ue, l’irritante Katainen, che ha esortato i governanti italiani a raccontare la «verità» ai cittadini. Già, la verità: dalle parti di Palazzo Chigi, con gli ultimi governi, è diventato un concetto “pirandelliano”.

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