Condannati a 24 anni i due afghani che uccisero Maria Grazia Cutuli

29 Nov 2017 18:46 - di Paolo Lami

Sono stati condannati in primo grado a 24 anni di carcere i due afghani imputati per l’omicidio della giornalista Maria Grazia Cutuli, l’inviata del Corriere della Sera assassinata il 19 novembre 2001 in Afghanistan assieme ad altri tre reporter, l’inviato di El Mundo Julio Fuentes e due corrispondenti dell’agenzia Reuters, l’australiano Harry Burton e l’afghano Azizullah Haidari.

A emettere la sentenza, nei confronti di Mamur e Zar Jan, entrambi già condannati in Afghanistan a 16 e 18 anni di carcere e attualmente detenuti, sono stati i giudici della prima Corte d’Assise di Roma laddove la Procura di Roma aveva chiesto una condanna a 30 anni di reclusione. Ma gli avvocati della difesa hanno già annunciato ricorso in appello.

Con la sentenza «si è dato valore al lavoro svolto da una giornalista italiana che ha rappresentato l’Italia all’estero portando avanti il diritto all’informazione per il suo Paese – ha commentato l’avvocato Paola Tuillier, legale di parte civile per la famiglia di Maria Grazia Cutuli – Registriamo molto positivamente la sentenza anche per l’importante lavoro dalla Digos, dai Servizi segreti afghani, dall’Ambasciata italiana a Kabul e dalla Procura di Roma».

Anche l’avvocato Caterina Malavenda, legale di parte civile per Rcs, ha ringraziato «la Procura e la Digos per il lavoro eccezionale. La condanna in Italia conferma quella comminata all’estero ma ha un altro valore. Un delitto politico e orribile. Avere una sentenza in Italia non restituisce Maria Grazia alla famiglia, ma è di conforto per i parenti perché almeno sanno che lo Stato c’è».

«Aspettiamo di leggere le motivazioni della sentenza. Certo è che i profili di diritto e di fatto da approfondire sono tantissimi – ha detto, dal canto suo, l’avvocato Valentina Bevilacqua, difensore di Mamur – Riteniamo che questa sentenza, pur rispettandola e, ci tengo a dirlo con forza, essendo vicino alla famiglia della giornalista, non renda giustizia».

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