Videochiamate e suggeritori: ecco come indiani e pakistani truffavano ai quiz della patente (VIDEO)

11 Ott 2017 10:17 - di Redazione

Grazie a dispositivi audio-video bluetooth riceveva dall’esterno suggerimenti per rispondere correttamente ai quiz d’esame per la patente di guida. Un indiano è stato però scoperto dagli agenti della squadra di polizia giudiziaria della sezione polizia stradale di Viterbo, allertati dal direttore della Motorizzazione civile della cittadina laziale. Proprio come nel mitico capitolo del film a episodi del 1966 diretto da Steno, Amore all’italiana, dove un insuperabile Paolo Panelli inscenava la stessa truffa in maniera esilarante e quanto meno lungimirante, con un’unica differenza: non essendoci ancora il bluetooth i truffaldini di turno si attrezzavano con una ricetrasmittente, e non per superare gli esami di scuola guida, ma quelli della licenza di quinta elementare. 

Truffa agli esami per la patente

E allora, a insospettire il personale è stato un gruppo di indiani. Uno di essi è stato dunque sottoposto a controllo dalla polizia, intervenuta sul posto, e trovato con il “kit” per ricevere aiuto dall’esterno. L’uomo, in possesso di regolare permesso di soggiorno e residente a Tarquinia, è stato accompagnato negli uffici della sezione Polstrada ed è stato denunciato, mentre la strumentazione è stata sequestrata. La strumentazione consisteva in una piccola telecamera, nascosta tra gli indumenti, con l’obiettivo abilmente puntato verso lo schermo della postazione d’esame: in questo modo, tramite un collegamento in “videochiamata” il “suggeritore riusciva a “vedere” le domande e ad indicare la risposta esatta attraverso un dispositivo bluetooth a vibrazione collegato ad un telefonino, sul quale arrivano una serie di impulsi (1-2-3-4), a seconda della posizione sullo schermo della domanda esatta. L’escamotage è noto ai poliziotti sin dal 2014, quando i responsabili della Motorizzazione di Viterbo lo hanno segnalato per la prima volta. Proprio in quel periodo, infatti, iniziò a farsi consistente il numero di cittadini di origini pakistana ed indiana che chiedevano di sostenere la prova di teoria per il conseguimento della patente, riuscendo a superarla brillantemente e a volte senza neanche commettere un errore. Quando, poi, a superare brillantemente la prova di teoria è stato un ragazzo pakistano che quasi non riusciva ad esprimersi in italiano, i sospetti si fecero più consistenti e determinarono l’inizio di una complessa attività d’indagine condotta dagli uomini della squadra di polizia giudiziaria della polizia stradale.

Le indagini che hanno smascherato la truffa

Agli investigatori bastarono pochi mesi per arrivare a ricostruire nel dettaglio il modus operandi utilizzato dai componenti di una vera e propria organizzazione con basi logistiche, oltre che nel Viterbese, anche a Brescia ed in provincia di Modena. Organizzazione specializzata nel far conseguire la patente italiana a stranieri, specie indiani e pakistani. L’osservazione degli uomini della stradale, spesso presenti alle sessioni d’esame nella “simulata” veste di esaminatori o di candidati, ha permesso di capire che alla base dei raggiri c’era sempre l’utilizzo di moderne tecnologie audio e video. Fino a 2.000 euro la somma richiesta dall’organizzazione ad ogni singolo aspirante patentato. Somma che dava diritto anche al necessario supporto logistico. Infatti, l’organizzazione inviava propri corrieri direttamente al domicilio dell’interessato che, il giorno dell’esame, veniva accompagnato in auto fino davanti all’ingresso della Motorizzazione. Gli accertamenti investigativi procedono per risalire al numero esatto degli esami “pilotati”, ed è al vaglio la posizione di altre persone che, dalle indagini, sembrerebbero aver svolto un ruolo determinante nella vicenda. «Le indagini – osserva il dirigente della sezione Polstrada di Viterbo, Gian Luca Porroni – stanno proseguendo ad ampio raggio, ben oltre i confini della provincia di Viterbo. Esse hanno permesso di accertare una truffa che, se non fosse stata scoperta, avrebbe consentito a persone prive della necessaria preparazione teorica di guidare un veicolo, con evidenti rischi per la sicurezza delle persone».

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