Toghe milanesi per gli immigrati: in sciopero della fame per lo Ius soli

28 Ott 2017 18:17 - di Redazione

La notizia ha del clamoroso. Anche magistrati e avvocati del tribunale di Milano aderiscono allo sciopero della fame per lo Ius soli indetto da esponenti del governo e del centrosinistra. Tra le prime adesioni, quella presidente della Camera penale Monica Gambirasio (legale dell’associazione Arci Donna), degli avvocati Mauro Straini, Antonella Carcaterra, Paolo Della Sala, dei pm Sergio Spadaro (uno dei pm del processo Mediatrade che vedeva imputato Berlusconi), Laura Pedio (uno dei pm che ha chiesto il rinvio a giudizio per Formigoni), Adriano Scudieri (di Magistratura democratica, l’ala rossa della magistratura) dei giudici Giovanna Ichino (sorella del giuslavorista Pd, Pietro Ichino), Chiara Valori, Elisabetta Canevini. «Crediamo che l’iniziativa che vuole dare visibilità e sostegno all’allargamento del diritto di cittadinanza, in linea con il diritto alla pari dignità sociale sancito dalla Costituzione – hanno spiegato l’avvocato Valentina Alberta e il giudice Ilio Mannucci Pacini, promotori del digiuno nel Palagiustizia milanese – ci riguardi come giuristi e operatori che contribuiscono quotidianamente all’esercizio della giurisdizione e che hanno a cuore la tutela dei diritti degli individui».

Il sindacato dei magistrati in pressing per lo Ius soli

Non a caso al centro del trentesimo congresso nazionale dell’Associazione nazionale dei magistrati, il sindacato dei giudici, che si è tenuto domenica scorsa, c’era proprio lo ius soli (insieme alla legge sul fine vita e al tema delle droghe leggere). Intervistato dall’Agi, il leader dell’Anm, Eugenio Albamonte, lo aveva lasciato intendere chiaramente: “Vogliamo lanciare un sasso nello stagno e ribadire al legislatore che deve fare presto nel prendere le sue scelte”. E ancora: “Noi magistrati non vogliamo avere un ruolo di supplenza, apriamo un dibattito non per dare orientamenti ma per rappresentare tutte le posizioni affinché ci siano strumenti di riflessione quantificati utili sia ai cittadini sia alla magistratura, per assumere decisioni ponderate”. In realtà la volontà di larga parte dei magistrati è esplicita: vorrebbero che il Parlamento approvasse prima possibile la legge sullo Ius Soli. Una clamorosa invasione di campo, non la prima e (purtroppo) non l’ultima di una fetta consistente della magistratura italiana. Tu chiamale, se vuoi…toghe rosse.

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