La Russia di Putin censura gli orrori di Stalin: “Targhe, per non dimenticare”

10 Ott 2017 16:18 - di Monica Pucci

Due milioni di morti, decine di milioni di persone arrestate e deportate nei gulag in Russia dal regime sovietico, tra il 1919 e il 1946, come ebbe il coraggio di denunciare Aleksandr Solzenicyn in Arcipelago Gulag. In ricordo di quelle vittime di Stalin e della sua sanguinaria idea del comunismo, nella Russia di oggi in tanti hanno iniziato un percorso di iniziative che vanno dalle conferenze alle apposizioni di targhe sui muri della case dei deportati.

In un lungo articolo della sua corrispondente da Mosca, Rosalba Castelletti, su “Repubblica” racconta dell’associazione “Poslednij Adres”, “Utimo indirizzo“, nata tra tante difficoltà nel 2014 per ricordare le vittime del Grande terrore bolscevico. Oggi le cose vanno meglio. «Abbiamo un accordo con le autorità tacito, non chiediamo autorizzazione e loro non ci ostacolano», dicono gli animatori del progetto, anche se la Russia di Putin non difende quel ricordo imbarazzante della sua feroce dittatura ma ne coltiva, in alcuni settori della popolazione, la memoria.

Stalin e il disprezzo della vita umana

In Russia l’associazione “Ultimo indirizzo” ha già affisso 2mila targhe in ricordo dei “desaparecidos” deportati da Stalin, del quale – scrive “Repubblica” – loro non conservano un ricordo nostalgico ma orripilante. «Lo stalinismo non è stato solo erigere nuovi monumenti al dittatore ma anche disprezzo della vita umana. Il nostro progetto ha il fine opposto: ricordare il valore di ogni singola esistenza», dice uno dell’associazione.  E anche vero che non tutti, in Russia, sono d’accordo con questa operazione verità, visto che Josif Stalin è ancora oggi considerato in Russia come l’eroe che ha vinto la Seconda guerra mondiale e sconfitto il nazismo. «Difficile convincere tutti gli inquilini del palazzo dove vogliamo mettere le targhe». La Russia di Putin, dunque, è divisa nei sentimenti, ma non c’è alcuna repressione di chi odia lo stalinismo, solo tolleranza, anche per chi la pensa diversamente. Intanto l’associzione fa passi avanti anche in altri paesi dell’ex Urss…

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