Sfrattati con due figli, chiedono la canonica al parroco. Ma è riservata ai profughi

23 Ago 2017 16:58 - di Davide Ventola

Sfrattati, con problemi di salute e con due figli piccoli. Disposti anche a pagare l’affitto, ma con un grosso handicap. Sono italiani, non sono profughi, quindi la loro richiesta è caduta nel vuoto. Accade in un piccolo centro del Friuli (Majano in provincia di Udine). 

Don Emmanuel alloggerà in canonica 15 migranti

Un simbolo dei tempi quello di Majano, scrive Il Gazzettino, che ha denunciato il fatto. La famiglia friulana, con due minori a carico, ha scritto al parroco, don Emmanuel Runditse una raccomandata, l’8 agosto scorso, chiedendo aiuto, alla disperazione: «Fra poche settimane saremo su una strada. Ci dispiace disturbarla. Ma abbiamo saputo che la canonica di Comerzo è in fase di ristrutturazione – dice la moglie – abbiamo due figli piccoli. Io sono affetta da numerose patologie degenerative e ho fatto richiesta di invalidità civile. Prego ogni giorno che dalla sommatoria di tante disgrazie possa scaturire una piccola pensione di invalidità».

Drammatico appello al parroco: “Mio marito si venderebbe un rene”

La donna scrive che il marito è disposto a vendere un rene. «Abbiamo anche chiesto un prestito ma, a causa di un contratto di solidarietà che ha mio marito in una azienda, non possiamo ottenerlo. La canonica di Comerzo è ideale per le nostre esigenze: possiamo pagare 350 euro al mese di affitto. Abbiamo bussato a tante porte proponendo questo importo ma nessuno ci ha detto di sì, nonostante l’abbondanza di immobili liberi. Ci siamo rivolti anche ai servizi sociali del Comune. Poi a una associazione che si occupa di casi come il nostro. Nulla». La famiglia è esaperata, dice che addirittura un faccendiere le avrebbe proposto di fingersi richiedente asilo e di sbarcare a Lampedusa. Ci racconta che alcuni anni fa, una donna di Majano si è aggregata a dei profughi e ora vive sotto false generalità nel Regno Unito, grazie ai sussidi, 75 sterline al giorno. Don Emmanuel, lei è l’ultima speranza, la nostra ultima spiaggia, prima di imbarcarci in avventure».

La canonica data al parroco in comodato d’uso

Ma il parroco, originario del Burundi e già protagonista di alcune incomprensioni con i suoi concittadini, non ha ancora risposto. Secondo quanto scrive Udine Today, don Emmanuel ha ricevuto in comodato d’uso gratuito la gestione della canonica di Comerzo, piccola frazione di circa 600 persone a ovest di Majano, ma ha già preparato tutto per ospitare migranti e non italiani. I richiedenti asilo in arrivo dovrebbero essere 15. Il numero esatto verrà comunicato solamente durante la riunione convocata il 24 agosto e chiesta da Don Luigi Gloazzo, direttore della Caritas dell’Arcidiocesi di Udine. Per gli italiani non c’è posto, per i profughi sì.

 

 

Commenti

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  • Verità 20 Giugno 2019

    Non è andata proprio così.

    A luglio 2017 la famiglia italiana aveva fatto una richiesta verbale alla parrocchia, ed era stata ventilata la possibilità di farli stare in un’altra canonica, quella di San Daniele, che si trova a una decina di chilometri; l’opzione è stata scartata dalla famiglia, che si è rifatta viva con il parroco ad agosto, insistendo per l’uso della canonica di Comerzo.
    Il parroco spiega che quella canonica è stata affittata alla Caritas già da aprile 2017. Il contratto è decennale, e in questi mesi la Caritas si è occupata di ristrutturare lo stabile a proprie spese. La destinazione dell’uso di della canonica di Comerzo è dunque decisione dalla Caritas fino ad aprile 2027, non del parroco del luogo.
    Quindi, se la canonica è stata data in affitto alla Caritas, il parroco non ha voce in capitolo sulla stessa, e non ha alcuna colpa se non può ospitare la famiglia italiana, alla quale però ha offerto un’altra sistemazione, che la famiglia ha rifiutato.
    È allora stata allertata l’amministrazione comunale che ha fatto sapere che la famiglia risulta affidata ai servizi sociali (agosto 2017, meno di due mesi dopo la prima richiesta verbale al parroco e il rifiuto della soluzione offerta da parte della famiglia) e che non saranno abbandonati e lasciati senza un tetto.
    Quindi, il posto per gli italiani era stato trovato, e immediatamente.

  • Pino1° 3 Aprile 2018

    Se il parroco è un negro che gl’importa degli sfrattati con handicap, cristiani bianchi se può albergare una ventina di negri possibilmente mussulmani e fare soldi, a dispetto dei suoi parrocchiani, lui non è razzista, è negro del burundi e la parrocchia è sua ! Abbiamo Kecco il sudamericano che dice: aprite le …. le …. a sì, le braccia ai nuovi arrivi; la bordellina ci impone di aprire casa nostra e via così con il seguito dei Katto-sinistroidi ! Maledetti, ora sono quasi unmilione e mezzo. Se non organizzi 6 traghetti pieni al giorno ci scodellano qui anche i nipoti ! Io a quella chiesa, da cristiano, gli darei fuoco facendogli vedere (al parrocchetto) di chi è la chiesa !