Meloni: «Ecco cosa farei per le famiglie. Ma il governo non racconti balle»

10 Ago 2017 13:07 - di Gabriele Alberti

Tutti parlano di famiglia, fioccano le proposte per rendere più lieve il carico dei nuclei, ma il punto è ben altro: il governo che fa? e, soprattutto, che intende fare? Un intervento della leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni sul suo profilo Fb mette il dito nella piaga: «Il governo Gentiloni dimostri di fare sul serio e utilizzi la prossima Conferenza sulla famiglia per sottoscrivere l’appello di Fratelli d’Italia: avviare, con la prossima manovra di bilancio, una rivoluzione del welfare nazionale che metta al centro la famiglia, che è il primo nucleo di solidarietà. Investire sulla famiglia e sulla natalità vuol dire investire sul futuro dell’Italia e garantire la tenuta del nostro sistema di protezione sociale. Fratelli d’Italia – prosegue Giorgia Meloni – ha presentato nei mesi scorsi un pacchetto articolato di proposte che pone alla base della sua futura azione di governo divise in tre filoni: fiscale, lavoro e promozione diretta della natalità».

Meloni: «Che non siano le solite balle preelettorali»

Primo filone: «l’imposizione fiscale generale va spostata dalla persona al nucleo famigliare; va reso proporzionale l’aumento dell’assegno familiare all’aumentare dei figli e i beni per la prima infanzia vanno esclusi dal campo Iva. Secondo filone: incentivi alle aziende che hanno il coraggio di assumere una donna in età fertile e strumenti che rendono questa assunzione agevole. Terzo filone: introduzione del “reddito per l’infanzia”, ovvero un sostegno di 400 euro mensili per i primi tre anni di vita dei bambini delle famiglie in difficoltà. Se il governo non lo farà, sarà solo l’ennesima iniziativa da campagna elettorale». Sono queste le proposte concrete da tempo avanzate da FdI e che in un articolo su Avvenire vengono messe in bella evidenza assieme ad altre proposte che, con l’approssimarsi delle elezioni, molti partiti avanzano. Il problema è proprio questo, ha fatto intendere Giorgia Meloni. Che tutto possa rimanere nell’ambito delle chiacchiere e delle promesse. «Dopo la nota di aggiornamento del Def avremo il quadro chiaro circa le risorse realmente disponibili in manovra e in base a questi numeri affronteremo la Conferenza», promette Paola De Micheli del Pd, mamma da 17 mesi e sottosegretaria all’Economia. «Il cronoprogramma dunque è questo – si legge su Avvenire- : a metà settembre la Nota di aggiornamento del Def sbarca in Parlamento, il 28-29 c’è la Conferenza di Roma, il 15 ottobre il governo deve presentare la manovra alle Camere. Tutto si gioca in un mese». 

La sinistra ha affossato la famiglia

Il centrodestra sarà disponibile a collaborare se emergeranno proposte concrete da portare subito in Parlamento. Ma si dice pronto ad attaccare l’esecutivo se il tutto si risolverà in una grande balla pre-elettorale. «Nel 2005 – ricorda il deputato di Fi Antonio Palmieri – il governo Berlusconi aveva introdotto la deduzione di 2.900 euro per ogni figlio nato o adottato e anche per i costi per la badante. Sono misure attuali e attuabili anche oggi, assieme alla flat tax, al reddito di dignità e alla pensione alle mamme, punti del nostro programma». Tuttavia non manca chi coltivi una sano scetticismo: da un governo che ha introdotto surretiziamente il gender nelle scuole;  che vanta tra gli obiettivi raggiunti le nozze gay, declinando la famiglia al plurale; che  ha varato il divorzio breve; che, insomma, ha dato più di una spallata alla famiglia dal punto di vista culturale, è lecito attendersi un cambio di rotta?.

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