Lo scrittore Pérez-Reverte: aveva ragione la Fallaci e non gli idioti che erano contro

19 Ago 2017 10:52 - di Francesco Severini

Lo scrittore spagnolo Arturo Pérez-Reverte riflette, in un intervista col Corriere della Sera, sugli ultimi attacchi jihadisti e non usa mezzi termini: c’è una guerra in corso e il dialogo non servirà a fermarla. L’Europa deve scrollarsi di dosso l’illusione del quieto vivere e quella che con la Rivoluzione francese sia stata trovata la ricetta della felicità universale. 

«Di fronte a un nemico senza scrupoli né freni etici – dice – le nostre democrazie ci hanno messo in condizioni d’inferiorità. Ma l’Europa rifiuta di guardare in faccia la realtà: c’è una guerra, una guerra santa e non la possiamo vincere con il dialogo». Arturo Pérez-Reverte si basa sulla sua esperienza di inviato di guerra in Medio Oriente, un’esperienza durata 21 anni, dal 1973 al 1994, per il giornale Pueblo. “Mi è ormai chiaro che l’Islam è incompatibile con la democrazia. Una società retta da leggi religiose non è compatibile con una società basata su leggi democratiche. Sono d’accordo con Oriana Fallaci, che conosceva bene il mondo arabo, a differenza degli idioti che l’hanno attaccata. Prima ancora di lei, nel 18esimo secolo, l’enciclopedista francese Holbach metteva in guardia i suoi contemporanei: quando gli uomini credono di non dover temere altri che Dio, non si fermano davanti a nulla. Questo è il fanatismo religioso e non lo si contrasta con il buonismo, né con la timidezza, né con la codardia».

La soluzione? E’ culturale prima che politica. Bisogna smetterla con l’utopia che tutti gli uomini sono buoni e pacifici. Conclude Pérez-Reverte: “Finché l’Europa penserà che la guerra si vinca con il dialogo e i negoziati, non ne uscirà. I governi europei mentono ai loro cittadini, nascondono loro la situazione: la verità è che non siamo preparati alle sfide in arrivo. Abbiamo creduto che la violenza esistesse lontano da noi: in Siria, in Iraq, o in Nicaragua e Salvador, dimenticando che la violenza è ovunque nel mondo; e adesso ci stiamo bruscamente risvegliando. Dobbiamo educare i nostri figli a vivere nella realtà e a non credersi a Disneyworld. Con violenza e dolore si dovrà convivere, perché il mondo è popolato di violenti e non soltanto per motivazioni religiose. La violenza può essere dettata dall’ambizione o dalla lussuria e può rompere in ogni momento il paradiso idilliaco in cui credevamo di vivere”. 

 

 

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