Maroni premier? Un’altra boutade del Cav. Meloni: «Pensiamo ai contenuti»

18 Lug 2017 12:07 - di Luciana Delli Colli
meloni

No al proporzionale, che gioco forza porterebbe il centrodestra ad alleanze con soggetti «incompatibili». A ribadirlo è stata Giorgia Meloni, ricordando che «alle ultime amministrative gli italiani hanno detto che di fronte a proposte credibili sono pronti a darci fiducia e offrirci la possibilità di andare al governo». Il centrodestra, dunque, può e deve puntare a governare il Paese, rivendicando un sistema elettorale che lo consenta, assegnando una maggioranza solida a chi arriva primo nella competizione elettorale. 

Il proporzionale fa perdere il centrodestra

Per questo, la leader di Fratelli d’Italia, intervistata da Radio Anch’io, non ha usato mezzi termini nel dire che «che chi vuole il proporzionale vuole far perdere il centrodestra, perché in un sistema tripolare come il nostro, raggiungere il 51% necessario per governare è matematicamente impossibile o comunque molto, molto difficile». «Tutti abbiamo bisogno di una legge maggioritaria», ha sottolineato quindi Meloni, rivolgendosi direttamente a Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, rispettivamente «colui che ha più sostenuto il proporzionale» e colui «che aveva dato la disponibilità della Lega “sull’Inciucellum”, legge che poi non ha funzionato in Parlamento». Meloni comunque si è detta fiduciosa sul fatto che il Cavaliere possa non essere più tanto propenso al proporzionale. Lo era «forse fino a ieri che ammiccava anche a Matteo Renzi. Magari oggi, che probabilmente si è accorto di rischiare di restare il solo a volerlo alla Presidenza del Consiglio visto nemmeno il Pd lo vuole più, cambierà idea».

Nessun accordo è possibile con Renzi e il M5S

È da qui, dalla legge elettorale, dunque, che per Meloni bisogna partire «se vogliamo essere una squadra». «Al di là delle dichiarazioni stampa – ha spiegato la leader di FdI – la prima regola è chiedere e proporre una legge elettorale nella quale chi arriva primo ha una maggioranza per governare». La questione è semplice e attiene alla coerenza politica e programmatica: «Non voglio rischiare di andare a fare gli accordi né con Renzi, che è un nemico dell’Italia e incompatibile con me che sono una patriota, né con il M5S, che sulle grandi questioni come l’immigrazione si è sempre schierato col Pd e che sul piano della concretezza, come dimostra la Raggi a Roma, è inconcludente». 

Il centrodestra riparta dai contenuti

Dunque, l’invito della presidente di Fratelli d’Italia ai partner naturali del centrodestra è quello di mettere da parte gli egoismi e il «gioco infantile» con cui si rivendicano primati e leadership per prodursi in uno sforzo comune teso «alla costruzione di una coalizione basata sui contenuti». «La grande sfida che dobbiamo porci è offrire una proposta politica che dica “Prima l’Italia”: difesa del nostro lavoro, dei nostri prodotti, delle nostre aziende, dei nostri confini, delle nostre famiglie, delle nostre tradizioni», ha detto ancora Meloni, ricordando che «negli ultimi mesi, ad esempio, FdI ha presentato un pacchetto di misure sul tema della difesa della famiglia, della maternità e della natalità e ha lanciato il reddito d’infanzia per rispondere alla demagogia del reddito di cittadinanza del m5s con il reddito per l’infanzia, un reddito per aiutare le famiglie che scelgono di mettere al mondo dei figli». «Ecco noi vorremmo costruire una proposta politica basata sui contenuti e che difenda la nostra nazione e la sua gente», ha sottolineato ancora Meloni. 

Meloni: «Non è più tempo di leader nominati»

E il tema della leadership, che pure tiene banco e che vedrebbe Roberto Maroni come ultima proposta tirata fuori dal cilindro di Berlusconi? «Mi fa un po’ sorridere che si pensi ancora di nominare i leader attraverso i titoli dei giornali, perché vuol dire non aver capito dove va l’Italia di oggi», ha commentato Meloni, ricordando che «ogni giorno ne leggiamo uno diverso, ad esempio mi pare che due settimane fa uscì quello di Zaia e a un certo punto si era fatto addirittura il mio nome. Questo gioco mi interessa francamente poco».

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