Falcone, 25 anni dopo. Il tributo dei bambini: «Ci ha insegnato il coraggio»

23 Mag 2017 10:54 - di Giorgia Castelli

Sono passati esattamente venticinque anni da quel terribile 23 maggio 1992, quando Cosa Nostra fece saltare in aria a Capaci, Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e i tre agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro. Incontri, mostre, spettacoli: sono diversi gli appuntamenti in programma oggi a Palermo, in occasione del 25esimo anniversario della strage di Capaci.  Stamattina è approdata, al porto di Palermo, la Nave della Legalità che apre le commemorazioni. Srotolati dal ponte più alto della Splendid, messa a disposizione dalla GNV per l’evento, due striscioni con le foto dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. A bordo della nave, partita ieri sera da Civitavecchia, oltre mille studenti, il presidente del Senato Pietro Grasso, la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli, il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini e Nando Dalla Chiesa. Ad attenderli sul molo un altra migliaia di studenti provenienti da tutta la Sicilia, Maria Falcone, sorella di Giovanni e presidente della Fondazione Falcone, il consigliere del Csm Luca Palamara e tanti palloncini tricolore lanciati per salutare l’arrivo della nave della legalità che torna a Palermo dopo due anni di assenza. In sottofondo le note di Imagine, suonata dai bambini della quinta elementare della scuola Aristide Gabelli di Palermo, e tanti striscioni e magliette con slogan come Le loro idee camminano sulle nostre gambe, Grazie per averci insegnato il coraggio di lottare e Diamo un taglio all’illegalità. «Questi palloncini che sono volati in aria e che sono i colori della nostra bandiera rappresentano per tutti quello che è stato quel terribile 1992. Ma quello che mi conforta è l’aiuto che ho avuto in questi anni dalle istituzioni e che oggi sono qui per ricordare e per portare speranza», ha detto Maria Falcone nel suo intervento dal palco allestito al porto di Palermo. Rivolgendosi agli studenti ha aggiunto: «Voi siete la speranza». Alle commemorazioni all’aula Bunker partecipa il capo dello Stato, Sergio Mattarella.

Gli studenti commemorano Falcone, Morvillo e gli agenti della scorta

Le inizitive sono numerose. Oltre 300 studenti di scolaresche del palermitano saranno presenti al giardino della memoria “Quarto Quindici”, posto lungo l’A29 sotto la stele commemorativa. Nel giardino da oggi si trova, custodita in una teca, la Quarto Savona Quindici, l’auto di scorta di Falcone. Nel pomeriggio nel giardino si svolgerà la commemorazione, saranno presenti Tina, Gaetano e Giovanni Montinaro, moglie e figli del caposcorta del giudice. Sono circa 40 i giovani, docenti, ricercatori universitari e operatori sociali stranieri che parteciperanno alle manifestazioni: sono i partecipanti
a due progetti internazionali curati dalla Fondazione Falcone e dall’associazione InformaGiovani che si trovano in città per studiare l’esperienza palermitana relativamente allo sviluppo di percorsi e strumenti di educazione sui temi della legalità, della lotta contro le discriminazioni e la violenza e per l’integrazione.

Le mostre 

Alla chiesa dello Spasimo di Palermo si presenta la mostra fotografica dell’Ansa e del Miur “L’eredità di Falcone e Borsellino”, curata da Franco Nuccio e Franco Nicastro. Nella Caserma dei Carabinieri “Bonsignore-Dalla Chiesa”, in Corso Vittorio Emanuele 475, si aprirà la mostra “Fidelis” dell’Arma dei Carabinieri, con il sostegno del ministero dei Beni e delle Attività culturali e del turismo e della Regione siciliana e con il contributo dell’Aeronautica militare, che ha curato il trasporto delle opere. A essere esposti saranno una trentina di reperti artistici salvati dai traffici illeciti dal comando carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. Tra questi ci sono la testa di Ade, opera in terracotta trafugata a Morgantina, quattro dipinti di Tintoretto rubati al museo di Castel Vecchio di Verona nel 2015 e recuperati in Ucraina, il dipinto “Il concerto” di Bartolomeo Manfredi. Quest’ultima opera è stata scelta per il suo valore simbolico perché tra quelle che nella notte tra il 26 e 27 maggio del 1993 furono distrutte o gravemente danneggiate dall’esplosione della bomba che provocò la strage mafiosa di via dei Georgofili a Firenze. 

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