Marine Le Pen, da antisistema a unica vera alternativa: ecco perché

26 Apr 2017 13:21 - di Alessandro Verrelli

Il primo step è stato superato alla grande ma ora viene il bello. La scorsa domenica Marine Le Pen ha ottenuto una risultato storico per il Front National e per la politica francese, più in generale: ballottaggio alle presidenziali contro il dirimpettaio indipendente Macron. Una scalata costruita negli anni, quella della Le Pen, da quel 16 gennaio 2011 quando, dopo le dimissioni del padre Jean-Marie, venne eletta Presidente del Partito con il 67,65% dei voti. Da qui una vera rivoluzione nella destra d’oltralpe, che ora comincia a trasformarsi in un vero e concreto ricettacolo delle nuove istanze di un popolo, quello francese, orgoglioso e coraggioso seppur sconvolto dalla continua ondata terroristica.

La parabola di Marine Le Pen

Dicevamo dell’ascesa senza freni della leader del Front National: il primo banco di prova per lei in occasioni delle presidenziali del 2012 dove Marine, candidata Presidente della Repubblica, si classificò terza dietro Holland e Sarkozy ottenendo un buon 17,9% dei consensi. E siamo ad oggi con la leader del Fn che al ballottaggio si giocherà molto della sua credibilità politica e, più in generale del suo partito. Partito, va ricordato, che ha lasciato il 24 aprile del 2017 con un gesto dall’alto valore simbolico: “Ho deciso di mettermi in congedo dalla presidenza del Front National. Sarò al di sopra delle considerazioni di parte”. E continua: “Ho sempre pensato che il presidente della Repubblica sia il presidente di tutti i francesi e deve riunire tutti i francesi. Ma bisogna passare dalle parole ai fatti”.

Perché la Le Pen vuole essere la candidata di un popolo che ha bisogno di speranza e di una diversa visione dello stato e dei rapporti internazionali. E da qui nasce la riflessione sul fatto che il Front National, negli anni di presidenza di Marine, si sia trasformato da un partito “Antisistema” ad un partito di “Nuovo Sistema” in grado di affermare con forza i suoi NO ma, allo stesso tempo, di esprimere delle proposte alternative grazie ad un programma di estrema chiarezza e semplicità. Insomma, un partito di protesta ma anche di proposta. Chiara e forte. Perché, se è vero, come è vero, che l’ormai ex presidente di FN è fortemente contraria all’Europa, alla Nato, all’immigrazione così come al commercio internazionale, non manca “l’alternativa” da spiegare ai francesi.

La “rivoluzione” di Marine

Alternativa basata sulla riaffermazione dello stato sovrano capace di difendere i propri confini, la propria economia oltreché la propria identità. Quindi, fuori dalla NATO, vista come un giocatolo al servizio degli interessi USA. Fuori dall’Europa della banche e dell’Euro tedesco con la reintroduzione del franco e con la riconquista di un ruolo di primo piano, per la Francia, nello scacchiere internazionale. Ed ancora, taglio della spesa pubblica destinata alla gestione dell’immigrazione e abbassamento della pressione fiscale. Introduzione di nuove politiche protezionistiche con un sostegno pubblico alle società francesi bilanciato da una penalizzazione per le imprese che assumeranno straneri o che intendano delocalizzare la produzione fuori dalla Francia. In questo si fonda la visione dello stato Lepenista. Condivisibile o meno, questa è stata la rivoluzione politica di Marine, capace di dare una proposta alternativa sulla quale il popolo francese sarà di nuovo chiamato ad esprimersi.

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